La sospensione dell’attività didattica fino al 15 marzo, decisa dal Governo per contrastare l’espandersi del Coronavirus, ha lasciato “spiazzate” tantissime famiglie: in tempi non sospetti, avevamo parlato di quattro milioni di famiglie in crisi, ovvero quelle con bambini fino 11-12 anni dove i genitori lavorano entrambi ed i figli hanno un’età tale da non essere autonomi. Il problema si è posto subito dopo la pubblicazione del Dpcm del 4 marzo, che dall’oggi al domani ha costretto le famiglie a sopperire alla mancanza delle lezioni a scuola.
Tanti genitori hanno chiamato a raccolti le babysitter di conoscenza. Moltissimi hanno fatto ricorso ai nonni, se in buona salute. Una parte si è organizzata come ha potuto, con vicini di casa.
Alcuni, invece, hanno fatto di necessità virtù, pensando di fare un viaggio: ma essendo sconsigliato prendere l’aereo, per raggiungere mete lontane, hanno pensato di rimediare organizzando la settimana bianca, raggiungendo in automobile le montagne del territorio nazionale.
La conferma arriva delle parole del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.
Nei prossimi giorni, “ci attendiamo una crescita delle presenze turistiche in alcune località del Trentino, anche come conseguenza delle vacanze ‘forzate’ di bambini e ragazzi per la chiusura delle scuole”.
Fugatti spiega che “in queste zone si dovrà riporre quindi un’attenzione ancora maggiore alle norme di prevenzione riguardanti l’igiene, l’affollamento, in luoghi chiusi ma anche per le file che si creano nell’accedere agli impianti e quant’altro. Trasmetteremo queste informazioni anche ai sindaci delle località interessate”.
Detto questo, ha concluso il presidente trentino, “tutti i soggetti interessati, compresi gli operatori del settore, devono essere sensibilizzati anche riguardo alle possibili conseguenze del manifestarsi di un caso di contagio in una località turistica“.
Ad oggi, venerdì 6 marzo, l’Ansa scrive che in Trentino ci sono dieci i contagiati da Coronavirus, poi vi sono un centinaio di persone in quarantena, sottoposte ad un regime di stretta osservazione da parte del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria. E quasi tutte queste persone sono seguite a casa con controlli periodici.
Per ridurre le occasioni di contatto nelle sale di attesa, Apss ribadisce l’importanza di evitare di recarsi in Pronto soccorso per problematiche non urgenti e nel caso di accessi urgenti di limitare a uno per paziente il numero degli accompagnatori.
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