Dalla prof Fulvia Toscano, docente di lettere al Liceo “Caminiti” di Giardini Naxos, nonché direttrice artistica di Naxos-Legge, è partita l’idea, condivisa dalle sue colleghe Mary Rigano e Domenica Trimarchi, di implementare un laboratorio di scrittura tra i loro studenti, sull’esempio dei giovani, descritti da Boccaccio, che si isolarono, ricreando un loro mondo lontano dalla peste nera che colpì Firenze (e l’Europa intera) nel 1348.
In altre parole, scrive la prof Toscano sulla sua pagina Fb, “nel tempo della didattica a distanza del forzato ma necessario allontanamento della consueta dimensione sociale della vita scolastica, possiamo fare comunque comunità e la facciamo come sappiamo fare, come ci hanno insegnato, con la letteratura”.
L’idea, chiarisce la docente, è quella di “trasformare la particolare situazione che si sta vivendo nella scuola, in una opportunità creativa: proporre agli studenti delle classi terze, novelli giovani di una novella allegra brigata, di scrivere novelle, raccontare e rifondare il mondo”.
Infatti, se anche la scuola è in fuga dalla “peste” e in quarantena, vivendo dunque un momento simile a quello descritto da Boccaccio nel Decameron, e “visto che stiamo appartati e sappiamo da Boccaccio che si può ricreare il mondo raccontando, gli studenti saranno invitati a partecipare ad un laboratorio di scrittura e potranno scegliere una parola tra quelle proposte e costruire una novella, alla maniera del Decamerone”.
Le parole, scrive la prof, potrebbero essere: A come Attesa; B come Bellezza; C come Cortesia; D come Desiderio; E come Eleganza; F come Fedeltà; G come Giovinezza; I come Intelligenza; L come Lontananza; M come Musica; N come Nostalgia; O come Onesta’; P come Patria; Q come Quarantena: R come Ricordo; S come Solidarietà; T come Tempo; U come Unicità; V come Verità; Z come Zibaldone e tante tante altre, una fantasmagoria di parole da cui partire per ricreare il mondo. Un modo per annullare le distanze, per vivere la scuola in modo sempre attivo e creativo, anche ai tempi del Coronavirus. Chissà, magari, da queste storie potrà nascere un libro, a futura memoria di questi strani giorni, in cui la scuola continua a essere, sempre e comunque, un baluardo di difesa e una finestra aperta sul mondo”.
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