Duro comunicato dell’Usb Scuola su come il ministero dell’Istruzione sta affrontando l’emergenza Coronavirus: il sindacato di base reputa non sufficiente la circolare con cui il ministero dell’Istruzione ha invitato “tutte le scuole a sospendere qualunque iniziativa di viaggio di istruzione in Italia e all’estero a causa della diffusione del nuovo Coronavirus che interessa alcune regioni del nord Italia, tra cui Lombardia, Veneto e Piemonte”.
Il riferimento è al decreto approvato in Consiglio dei Ministri che ferma i viaggi di istruzione, al quale ha fatto seguito il documento del dicastero di Viale Trastevere, che ha sospeso le uscite didattiche attività a partire già da domenica 23 febbraio.
Tanta preoccupazione dai docenti
Il sindacato si chiede “come sia possibile per l’ennesima volta che il ministero dia prescrizioni e indicazioni senza fornire istruzioni univoche alle scuole circa le modalità per affrontare una tale situazione.
Ogni scuola affronterà a modo suo una situazione che interessa tutte le istituzioni scolastiche, esposte anche a possibili penali verso le agenzie e gli enti con i quali sono stati organizzati viaggi d’istruzione, scambi, stage”.
Secondo l’Usb, rimane “alta”, pertanto, “la preoccupazione dei docenti e dei dirigenti scolastici che dovranno affrontare questa ennesima battaglia burocratica senza alcun sostegno da parte del ministero”.
Le risposte da dare
Sulle misure da adottare, per dare risposte in merito ai rimborsi per le gite scolastiche saltate, la ministra dell’Istruzione ha riunito il 25 febbraio la task force del dicastero impegnata nella gestione del Coronavirus.
Mercoledì 26, i sindacati della scuola andranno al ministero dell’Istruzione per una informativa sulle misure che l’Amministrazione intende adottare o sta già adottando contro la diffusione del Covid-19: in quell’occasione, è previsto anche un confronto anche sui rimborsi dei viaggi.
Bisognerà comprendere, in particolare, se il ministero dell’Istruzione intenda farsi carico dei rimborsi, con penali aggiuntive, da assegnare alle famiglie che hanno già anticipato una parte dei soldi, ma anche alle stesse agenzie dei viaggi con le quali le scuole hanno sottoscritto accordi e contratti.
Cosa manca alle scuole
Intanto, l’Usb ritiene che l’allarme “sanitario che stiamo vivendo ci pone domande anche più strutturali. Ci chiediamo se le condizioni in cui ogni mattina si ritrovano studenti, docenti e personale ATA siano accettabili a fronte delle indicazioni fornite dalle ASL, dai medici di base, dall’ISS rispetto all’igiene delle mani e all’igiene respiratoria”.
“Attualmente – continua il sindacato – nelle scuole italiane non esistono presidi adeguati alla prescritta igiene delle mani. I saponi, come i più basilari accessori per l’igiene personale, sono tanto indispensabili quanto assenti, eccetto che nelle promesse dei politici di turno”.
Anche più di 31 studenti per classe
C’è poi il problema degli spazi inadeguati, che in presenza di potenziali contagi diventa importante: “nelle scuole ogni giorno sono costretti anche più di 31 studenti in aule di dimensioni inadeguate, con continue deroghe da parte delle città metropolitane sulla normativa inerente la salute e la sicurezza, cosa che a questo punto riguarda non solamente studenti e lavoratori, ma l’intera cittadinanza”.
Molti studenti, inoltre, viaggiano tantissimo: “Non possiamo trascurare il fatto che, in base al dimensionamento delle reti scolastiche, migliaia di ragazze e ragazzi quotidianamente viaggiano tra la provincia e la città. Si prenda ad esempio il caso di Milano, basta fare un giro nelle stazioni al mattino. Il pendolarismo degli studenti è altissimo tra l’hinterland e la città. Treni, metropolitane, tram e autobus regolarmente affollati e a scuola neanche il sapone per garantire la corretta prevenzione delle malattie virali”.
“La prevenzione – conclude Usb Scuola – parta dalla restituzione dei fondi per la garanzia della salute degli studenti e dei lavoratori della scuola, esposti costantemente oggi come un anno fa ai contagi e per nulla tutelati”.
La mappa dell’ateneo di Baltimora (clicca qui)
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Che cos’è il Coronavirus
Il 9 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo: il 2019-nCoV. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale.
Le FAQ dell’Istituto Superiore di Sanità