I lettori ci scrivono

Coronavirus tra classi pollaio e calo demografico: due realtà contrapposte

Su classi pollaio e calo demografico è ora di agire, tenendo conto anche della pandemia del coronavirus.

La popolazione scolastica diminuisce sempre più. Un trend negativo che negli anni a venire si farà pesantemente sentire ripercuotendosi sulle iscrizioni degli alunni nei diversi gradi dell’istruzione.

Si tratta di un calo demografico fisiologico dettato ovviamente dal numero dei figli per donna (1,24) che causerà nella scuola un vero e proprio terremoto sulla formazione delle classi. In questi anni il fenomeno ha interessato i piccoli e medi centri urbani, in cui si è assistito ad un’aggregazione di istituti scolastici che ha portato alla nascita degli Istituti Comprensivi (Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado) con un unico Dirigente Scolastico. Ora il fenomeno si sta gradualmente estendendo anche ai grandi centri urbani che devono, purtroppo, fare i conti con la formazione delle classi. Un andamento, quello del decremento demografico, di cui si parla poco in ambienti scolastici ma che piano piano si sta rivelando una vera emergenza per la scuola italiana.

L’andamento negativo delle nascite viene in parte attenuato dalle presenze di alunni stranieri che nascono e dimorano in Italia, ma anche questo fattore rischia in futuro di non avere ricadute positive in termini di iscrizione degli alunni. Questo dato deve far riflettere molto il MIUR per quanto attiene l’abbassamento del numero di alunni per classe, in modo tale da salvaguardare l’organico di diritto, di fatto e di potenziamento delle scuole.

Non sono, d’altronde, più tollerabili numeri elevati di alunni per classe che superano le trenta unità e occorre mettere mano al famigerato ed iniquo problema delle classi pollaio, che va ad intaccare anche la sicurezza degli alunni all’interno delle aule.

Occorre urgentemente abbassare il numero degli alunni nelle aule per stabilizzare i docenti a tempo indeterminato e creare opportunità lavorative per i supplenti a tempo determinato, garantendo una equa mobilità degli insegnanti che sono stati costretti dall’algoritmo impazzito della riforma della “Buona Scuola” a lasciare gli affetti più cari per trasferirsi al Nord. Quindi bisogna rivedere, alla luce dei dati diffusi dall’Istat sulla denatalità, tutta la politica scolastica attraverso l’adozione di misure giuste ed indolori. Altrimenti di questo passo il sistema scolastico italiano imploderà e i dolori saranno molto forti.

Mario Bocola

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Un codice etico per gli insegnanti? Una commissione di giuristi sarebbe già all’opera

Non sono solo le “troppe” (ma quante?) docenti su OnlyFans, la piattaforma online a pagamento che diffonde contenuti…

21/03/2025

Accoltellò la sua docente perchè pensava di bocciarlo, due anni di “messa alla prova” per lo studente accusato di tentato omicidio

Due anni di “messa alla prova” - con contestuale sospensione del processo - allo studente,…

21/03/2025

I dirigenti scolastici vogliono essere valutati: così guadagneranno di più e le scuole funzioneranno meglio. Giannelli (Anp) spiega perchè – VIDEO

Se la maggior parte degli insegnanti sembra rifiutare a priori un sistema atto a valutare…

20/03/2025

Il docente che si era assentato per 300 giorni è stato licenziato: la preside chiude il caso

Il lungo iter disciplinare avviato nei confronti di un docente di un istituto di Treviso…

20/03/2025

Indicazioni nazionali, Valditara: “Studio della Bibbia non come fenomeno religioso, ma come testimonianza culturale”

Nella giornata di giovedì 20 marzo si è svolto il question time al Senato con,…

20/03/2025

Velo e niqab vietati in luoghi pubblici come le scuole: accade in Friuli dopo il caso delle alunne musulmane col volto coperto

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato, il 18 marzo, un progetto di legge…

20/03/2025