Personale

Corsi di abilitazione agevolati, serviranno 3 anni di supplenze anche nella scuola paritaria: sì della Commissione Lavoro della Camera, insorge la Flc-Cgil

Fare le supplenze come insegnante in una scuola paritaria, dove non esistono graduatorie ufficiali dei precari, non è stato mai considerato alla pari di chi insegna come precario nelle scuole pubbliche. Se però un emendamento al decreto 75, il cosiddetto PA bis, dovesse andare avanti, le cose potrebbero presto cambiare. La novità – approvata il 27 luglio dalle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali della Camera e sostenuta dall’intera maggioranza – prevede che sui percorsi di abilitazione del personale precario della scuola, si possa equiparare, anche se soltanto ai fini abilitanti, il servizio prestato presso gli istituti statali e quelli paritari.

L’emendamento prevede che per acquisire l’abilitazione all’insegnamento (il titolo praticamente indispensabile per potere accedere ai futuri concorsi di accesso all’insegnamento) sarà presto necessario avere svolto servizio come docente per almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui uno almeno nella classe di concorso per la quale si sceglie di abilitarsi.

Solo che d’ora in poi i tre anni potranno essere stati prestati sia nelle scuole statali sia in quelle paritarie.

Secondo la Flc-Cgil si tratta di un errore clamoroso: “sui docenti precari è sbagliato equiparare esperienze diverse” tra chi ha lavorato nella scuola pubblica e in quelle paritarie”, spiega il sindacato Confederale.

L’organizzazione sindacale guidata da Gianna Fracassi parla espressamente di “disparità tra lavoratori” e di un emendamento “assolutamente ideologico”.

I lavoratori della Conoscenza della Cgil sostengono che ci troviamo dinanzi a “percorsi abilitanti agevolati, propedeutici alle assunzioni a tempo indeterminato”, la cui attuazione “si colloca nell’insieme delle disposizioni dirette a superare il precariato storico della scuola italiana. Riteniamo sbagliato e ingiusto – incalza il sindacato – mettere sullo stesso piano un’esperienza professionale che ha seguito le rigorose regole di selezione e reclutamento della scuola statale e quella che ha seguito altri criteri di accesso, spesso discrezionali del datore di lavoro privato”.

Di parere opposto si è detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: parlando in generale delle misure approvate oggi, il titolare del dicastero bianco ha detto che “si potenzia la scuola, sostenendola nell’attuazione del Pnrr e dando una risposta ai docenti precari sia delle scuole statali che paritarie, si semplificano le procedure per l’accesso ai servizi scolastici e per l’erogazione degli aiuti: grande attenzione ai lavoratori della scuola e alle famiglie”, ha sottolineato il ministro.

Anche il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, tra i promotori dell’emendamento, ha difeso il suo contenuto: “Anche per i docenti delle paritarie si avrà l’abilitazione dai percorsi universitari, e l’insegnamento sarà considerato per 3 anni requisito valido per il mantenimento della parità da parte della scuola dove insegnano. L’approvazione di questo emendamento è un ulteriore segnale importante di un lavoro coeso e condiviso, in dialogo con il ministro Valditara, per rafforzare il principio della parità scolastica”.

Infine, secondo Rossano Sasso, deputato della Lega e capogruppo in commissione Cultura e Istruzione, con questo emendamento si è “mantenuta la promessa” e rinnovata l’attenzione alle esigenze degli insegnanti precari.

Alessandro Giuliani

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