Il Ministero dell’Istruzione torna sui corsi di recupero che partiranno il 1° settembre, tema che nei giorni scorsi ha suscitato grandi polemiche, precisando che i corsi di recupero partiranno sicuramente.
Al centro della polemica c’è senza dubbio la questione del pagamento dei compensi ai docenti relativi ai corsi di recupero degli apprendimenti, che la nota pubblicata lo scorso 26 agosto specifica che non ci sarà: infatti, il 2° comma dell’articolo 1 del DL 22/2020 fa rientrare i corsi nella
attività didattica ordinaria collocandoli pertanto – si legge nella circolare – “nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla professione docente e non automaticamente assimilabili ad attività professionali aggiuntive da retribuire con emolumenti di carattere accessorio”.
Non si è fatta attendere la replica dei sindacati di categoria, che hanno usato toni piuttosto polemici: tutte le sigle in coro hanno infatti puntato il dito contro il Ministero chiedendo che le attività relative ai corsi di recupero, debbano essere retribuite.
Con un comunicato stampa da Viale Trastevere si torna sull’argomento a precisare alcuni aspetti. Il recupero degli apprendimenti ci sarà: comincerà dai primi di settembre (in alcuni casi in presenza, in altri, per il secondo grado, a distanza, a seconda dell’autonoma scelta delle singole scuole) e proseguirà anche durante i prossimi mesi, così come previsto dalle norme che regolano il nuovo anno scolastico, che sono il frutto della gestione del periodo di emergenza sanitaria vissuto dal Paese. Nessun allarme, dunque.
In particolare, come prevedibile, il MI torna sull’argomento pagamento dei corsi di recupero: dall‘1 al 14 settembre si potranno avviare i corsi perché i docenti sono già a scuola per l’attività ordinaria.
Inoltre, la nota di chiarimento inviata agli istituti ricorda anche che il recupero degli apprendimenti non è “un mero adempimento formale”, ma nasce dalla “necessità di garantire l’eventuale riallineamento degli apprendimenti” dato il particolare anno scolastico vissuto da marzo a giugno dai nostri ragazzi.
“Lo sforzo compiuto lo scorso anno scolastico è stato considerevole ed è stato per molti versi esemplare di come comunità educanti coese abbiano dato una pronta risposta alla necessità di garantire, seppure in una situazione drammatica, il diritto all’istruzione”, ricorda sempre la nota, “si tratta ora di recuperare ciò che si è inevitabilmente perso”.
E’ chiaro che la questione pagamento corsi di recupero continuerà ad essere portato avanti dai sindacati, come hanno già lasciato intendere.
Pertanto, le attività svolte dal 1° settembre fino al giorno antecedente l’avvio delle lezioni (14 settembre per la maggior parte delle Regioni) non potranno essere retribuite, mentre si potranno prevedere pagamenti per le attività svolte successivamente, sempre che richiedano un impegno aggiuntivo dei docenti.
E’ chiaro che i corsi dovranno essere decisi e programmati dal collegio dei docenti mentre spetterà ai dirigenti scolastici adottare le misure organizzative necessarie per renderli operativi.
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