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Corsi di recupero estivi, per gli studenti non servono

Accolti con scetticismo nel 2007, quando furono ideati e poi istituiti dall’ex ministro Fioroni, i corsi di recupero estivi, destinati a colmare il giudizio “sospeso” di almeno un terzo degli iscritti alle superiori, continuano a destare molte perplessità. È di qualche settimana fa la denuncia della Flc-Cgil ad un sistema che farebbe acqua da tutte le parti, con studenti che sarebbero obbligati a frequentare corsi ridotti ad una manciata di ore a causa della riduzione costante dei fondi: appena 27 milioni di euro per quelli di quest’anno (erano 210 milioni all’inizio).Di tutt’altro avviso il ministero dell’Istruzione, secondo il quale “in questo anno scolastico, le risorse destinate a questo obiettivo non sono state diminuite”, ma rientrando nel Fis sono state anzi incrementate di 15 milioni di euro (la scelta di quanti devolvere ai corsi estivi viene delegata al tavolo dirigente scolastico-Rsu-sindacati allestito in ogni istituto). Per il Miur 27 milioni di euro indicati dalla Flc-Cgil sarebbero “soltanto un ulteriore finanziamento che viene messo a disposizione degli istituti, nel caso che il personale docente non possa essere disponibile allo svolgimento dei corsi, ad esempio in caso di insegnanti che abbiano terminato il proprio incarico il 30 giugno, con la necessità quindi di ricorrere a incarichi esterni”.
Ora però un sondaggio del sito studentesco ‘Skuola.net’ torna a far parlare dell’argomento: in centinaia hanno aderito alle domande poste dalla redazione e il risultato finale dice che il 60% reputa i corsi estivi solo “una totale perdita di tempo”. Per il 28,4% “sono stati utili, ma le ore erano troppo poche”, mentre appena l’11,3%, grazie ai corsi organizzati dalle scuole, ha dichiarato di essere riuscito effettivamente “a recuperare completamente le lacune”.
Critici anche diversi commenti lasciti dagli studenti: per ‘Fede’ siamo di fronte ad “una completa perdita di tempo, al posto di ripeterci il programma han spiegato cose nuove..assurdo”; un altro studenti, che ha preferito rimanere anonimo, sostiene che “spesso i corsi sono tenuti da insegnanti diversi e comprendere il loro modo di spiegare è impossibile in poche ore, ergo, quasi completa perdita di tempo!”. Qualcuno ha detto che nella sua scuola i corsi non sono stati organizzati: “vogliamo ricordare – sottolinea la redazione di ‘Skuola.net’ – che gli istituti hanno l’obbligo di attivare i corsi di recupero, a meno che, ovviamente, non ci sia nessuno studente con delle insufficienze”.
Secondo la tutor di greco e latino del sito studentesco siamo di fronte “ad un generale malcontento che serpeggia tra gli studenti: in alcune scuole- prosegue – sono stati addirittura attivati corsi di una sola settimana a fronte dell’ampio programma annuale da recuperare. Troppo intensivi, talvolta, i corsi stessi, strutturati in un serrato susseguirsi delle ore in giorni consecutivi della settimana, senza lasciare ai ragazzi sufficiente tempo per assimilare quanto spiegato o per esercitarsi autonomamente a casa”. La tutor ritiene che in alcune scuole le perplessità dei ragazzi derivino anche dal “troppo tempo tra la fine dei corsi e la data delle prove, che si svolgeranno ai primi di settembre, ossia quasi due mesi dopo l’ultima lezione del corso. Sembra quasi che, a discapito della didattica, siano state anteposte le esigenze organizzative e la carenza di risorse”. Laconico il finale della redazione del sito studentesco: “bocciati, quindi, i corsi di recupero, ma speriamo che comunque siate riusciti tra studio individuale o altre ripetizioni private a colmare le eventuali lacune”.

Alessandro Giuliani

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