La Flc-Cgil comunica che si è tenuto il 26 giugno un incontro al Ministero sulle questioni riguardanti i corsi di lingua inglese per i docenti della scuola primaria e i corsi di riconversione su sostegno del personale in esubero.
Come è ormai noto, l’ex ministro Gelmini tolse dalla scuola primaria i posti degli specialisti in lingua inglese, nonostante il presidente del consiglio dell’epoca dichiarasse su tutti i media l’implementazione da parte del suo ministro all’istruzione delle famose “tre I”: informatica, inglese, impresa. Ebbene sulle macerie di quella vocale ripetuta tre volte fu invece imposto alle maestre della primaria un corso di qualche manciata di ore (150) per potere insegnare ai bambini l’inglese ma mandando a casa gli specalisti di lingua straniera che oltre ad avere i titoli avevano anche le competenze necessarie. Ma i tagli sono tagli e con una sola maestra si penso di ovviare a tutte le incombenze e agli insegnamenti, compresa pure la religione cattalica.
Ora la Flc chiede che il MIUR dia una risposta ad una serie di questioni sorte sui corsi di lingua inglese per i docenti della scuola primaria:
1. la formazione del personale docente è normata dal CCNL, Capo VI, artt da 63 a 71, come un diritto di cui fruire; ne consegue che, in assenza di un nuovo testo contrattuale, l’obbligatorietà è inaccettabile;
2. la necessità che si parta nell’individuazione del personale dalla disponibilità volontaria, prevedendo la partecipazione anche del personale a tempo determinato, analogamente a quanto stabilito per i corsi CLIL;
3. la non obbligatorietà a reiterare il corso per coloro che hanno avuto esito negativo al termine del corso;
4. la piena applicazione dell’art 64 comma 3 del CCNL, che prevede il rimborso delle spese di viaggio qualora i corsi si svolgano fuori sede.
Su questi punti invece, denuncia la Flc , a seconda delle regioni la gestione dei corsi è completamente diverse: per esempio in alcune viene riconosciuto il rimborso spese per il personale,in altre non c’è coercizione a reiterare il corso etc.. Alla luce di tutto ciò risulta evidente la necessità di prevedere trattamenti analoghi del personale in tutto il territorio nazionale.
La FLC CGIL ha chiesto che si invii al più presto una comunicazione per chiarire la non obbligatorietà alla frequenza dei corsi, inclusi quelli già avviati (punto tra l’altro ammesso dalla stessa amministrazione) e che si dimezzi il numero del contingente, includendo in ogni caso anche il personale a tempo determinato, utilizzando le risorse risparmiate per attribuire il rimborso spese ai partecipanti.
Per quanto riguarda i corsi di riconversione su sostegno del personale in esubero, la Flc segnala la latitanza del MIUR ad affrontare la questione. Le uniche informazioni che ci sono state fornite riguardano il numero delle domande di partecipazione ai corsi, 16.056, ed il numero relativo alla capienza dei corsi stessi, circa 2000. Nessuna informazione sulla tempistica, sui criteri per l’individuazione dei corsisti, su quale organico sarà definita l’eventuale situazione di esubero e sulla possibilità di attivazione dei corsi solo in assenza di personale precario specializzato: la discussione su questi punti è rinviata alla prossima riunione prevista il prossimo 4 luglio.
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