Corsi recupero estivi, lo sblocco dei fondi è questione di giorni
Buone notizie per gli studenti, soprattutto per quelli a rischio sospensione di “giudizio”. Ma anche per le “tasche” delle rispettive famiglie. In base a quanto riferisce la Flc-Cgil, il ministero dell’Istruzione avrebbe intenzione di sbloccare a breve, “nel giro di un mese”, i 45 milioni di euro destinati a finanziare i corsi di recupero estivi: si tratta delle sedute suppletive di lezioni che, in base al D.M. 80/2007 introdotto dall’ex ministro Fioroni, servono a far colmare i debiti delle decine di migliaia di studenti che i Consigli di Classe non si sentono di respingere. Ma nemmeno di promuovere.
Per il terzo anno consecutivi, gli studenti che incapperanno in questo provvedimento intermedio, in genere adottato per coloro che hanno una o due insufficienze gravi, potranno così avere la possibilità – sempre se la notizia del sindacato dovesse realizzarsi – di frequentare un corso di recupero organizzato dalla scuola da loro frequentata. Il condizionale non è casuale. Prima di tutto perché “come al solito – sottolinea lo stesso sindacato che ha dato la notizia – la decisione ultima spetta non al ministro dell’Istruzione Gelmini ma a quello dell’Economia e delle Finanze, Tremonti”. Il quale, visti i tempi di magra generale, potrebbe anche opporsi. Ed in ogni caso, quella in arrivo sarebbe comunque “una misura un po’ tardiva, che non servirà a prevenire le bocciature e, soprattutto le non ammissioni”. In seconda battuta perché qualora un istituto superiore avesse la necessità di organizzare un alto numero di corsi, il budget messo a disposizione per ogni scuola non sarebbe di certo sufficiente.
L’arrivo nelle scuole della quota da “spalmare” su tutte le classi, meno le terminali, rappresenterebbe così per le scuola un’ancora di salvataggio attraverso cui poter organizzare almeno una parte (in genere le materie di base) delle ripetizioni full immersion. In caso contrario, qualora dal Ministero non arrivasse proprio alcun sovvenzionamento, ipotesi contestata nelle scorse settimane anche da alcuni dirigenti scolastici, per studenti e famiglie sarebbe un ulteriore incentivo a rifugiarsi sulle ripetizioni low cost (di cui si è tanto parlato nei giorni scorsi) tenute da studenti neo-laureati: giovani brillanti, molto spesso disoccupati, che per necessità sono disposti a lavorare anche a soli 10 euro l’ora.