I corsi per il sostegno riservati ai precari con tre anni di servizio privi di specializzazione sono a rischio e, perlomeno, è a rischio il loro avvio.
A lanciare l’allarme è il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, che sulla sua pagina Facebook scrive: “Si stanno facendo stretti i tempi per l’emanazione del decreto con cui avviare i corsi Indire di specializzazione sul sostegno riservati a chi ha tre anni di esperienza specifica o un titolo estero, che il ministero dell’Università e della Ricerca deve redigere di concerto con quello dell’Istruzione e del Merito sentito il dicastero per le disabilità e col parere preventivo dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica”.
In effetti il Decreto Legge 71/2004 del 31 maggio scorso, convertito nella legge 106 del 29 luglio, prevedeva che entro un mese dalla entrata in vigore del decreto stesso il Ministero dell’Istruzione, sentiti i pareri dei Ministeri dell’Università e della Disabilità oltre che dell’Osservatorio Nazionale, avrebbe dovuto emanare un proprio decreto per definire “il profilo professionale del docente specializzato, i contenuti dei crediti formativi dei percorsi di formazione attivati ai sensi del presente articolo, i requisiti e le modalità per l’attivazione dei percorsi, i costi massimi, l’esame finale e la composizione della commissione esaminatrice dell’esame finale”.
In realtà nulla di questo è avvenuto, solo a inizio settembre è stato ricostituito l’Osservatorio che però, fino a questo momento non è ancora stato neppure convocato.
In pratica il ritardo è molto consistente e non si comprende davvero come potrà essere possibile svolgere in tempo corsi (e concluderli) per i 60-70mila docenti privi di specializzazione che attendono di poterli frequentare.
La legge stabilisce le specializzazioni “agevolate” rilasciate dall’Indire con corsi di 30 CFU dovranno essere conseguite entro la fine del 2025, ma ovviamente non si può escludere che con il prossimo “decreto milleproroghe” la scadenza venga spostata di un anno.