È da settimane che si parla degli speciali percorsi formativi “online” per il conseguimento della specializzazione sul sostegno riservati ai docenti precari con tre anni di servizio.
Percorsi che – secondo quanto prevedeva il decreto-legge 71 del 31 maggio scorso convertito nella legge 16 luglio 2024, n. 106 – potranno essere attivati da Indire, ed è questa la prima novità di questo provvedimento, come pure dalle Università “autonomamente o in convenzione con Indire”.
Prima di dare avvio ai corsi, sono però necessari ancora alcuni importanti passaggi.
In, particolare il Ministro dell’istruzione e del merito deve adottare un provvedimento che definisca il profilo professionale del docente specializzato (profilo che sarà ripreso dal Decreto 30 settembre 2011 o che, invece, risulterà completamente nuovo, dando vita così ad una nuova tipologia di specializzazione?), i contenuti dei crediti formativi, che, in base alla legge, dovranno essere “almeno 30 CFU”, i requisiti e le modalità per l’attivazione dei percorsi, i costi massimi, l’esame finale e la composizione della commissione esaminatrice dell’esame finale, l’eventuale accesso ai percorsi che, in caso di domande superiori al fabbisogno, dovrà essere regolato con specifici criteri (che si tratti di una apposita selezione, come quella attualmente prevista per i corsi in presenza di 60 CFU?)
Chiaramente gli oneri relativi all’attuazione di questi percorsi sono interamente a carico dei corsisti.
Il decreto-legge 71 stabiliva che tale provvedimento doveva essere adottato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, limite temporale ripreso dalla conversione del luglio scorso, con la legge 106/2024; il termine, è evidente, risulta ormai ampiamente scaduto anche perché – sempre secondo il DL 71 – per adottare il provvedimento il Ministro avrebbe dovuto acquisire non solo il parere del Ministro per le disabilità e del Ministro dell’università e della ricerca, ma anche quello dell’Osservatorio permanente sull’inclusione scolastica.
Ed è appunto di questi giorni la notizia che il Ministro ha firmato il decreto relativo alla “composizione dell’Osservatorio permanente sull’inclusione scolastica”, ampliando e ridefinendo la formazione sia dell’Osservatorio che della Consulta delle associazioni che, di qui in avanti, vedrà al suo interno le associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale delle persone con disabilità e delle loro famiglie, le quali abbiano debitamente documentato la loro diffusione con almeno cinque sedi regionali ed un numero di iscritti non inferiore a tremila; nella nuova composizione entrano, di diritto – ed anche questo costituisce un elemento di novità -, i due presidenti, o loro delegati, di due delle Federazioni più note, ovvero FISH e FAND.
A questo punto, quindi, tutto sembra pronto per dare avvio ad una operazione che potrebbe essere non più rinviabile e che dovrebbe contribuire a offrire una parte di risposta al numero di insegnanti specializzati per le attività di sostegno, inserendo, nelle scuole, personale formato con percorsi online di “almeno 30 CFU”, rispetto agli attuati, offerti in presenza per un totale di 60 CFU.
Si tratta di un numero di crediti formativi (30) che – secondo molti esperti – sarà del tutto insufficiente a fornire una preparazione adeguata ai futuri “specializzati per le attività di sostegno”, salvo modifiche significative che potrebbero essere adottate mediante il parere dell’Osservatorio stesso. È noto, infatti, che la FISH ha proposto un incremento di CFU (fino a 50) e questo, se accolto, potrebbe, in parte, migliorare la qualità dei corsi stessi.
Resta sempre la criticità dell’erogazione “a distanza”, comprensibile durante il periodo COVID, non più oggi. La presenza, durante le attività formative, attribuisce maggior significato e garantisce sicuramente un’interazione formatori-discenti di maggiore qualità.