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Corsivo sempre più snobbato, una docente: “Se è un ostacolo, lo bypasso. Le maestre di vecchia data ci tengono, le altre no”

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Il corsivo verrà presto abbandonato? Pare che, a snobbarlo, oltre agli studenti, sarebbero anche alcuni insegnanti. Non sono molti infatti coloro che lo esigono. Il giornale locale La Provincia di Como ha raccolto alcune testimonianze: “Io non obbligo nessuno a scrivere in corsivo, però lo si insegna – ha chiarito una vicepreside -. I bambini preferiscono scrivere in stampato maiuscolo, io lascio libertà”.

Non è più un obbligo?

“Ormai è in caduta libera anche se lo si insegna, ma non tutti i docenti impongono questo obbligo. Siamo 50 e 50 sull’obbligo, magari le maestre di vecchia data ci tengono molto, le più giovani sono proiettate verso altre tipologie di scrittura. Anche perché i testi non sono in corsivo ma in stampato minuscolo, io quindi non trovo che sia così stringente questo obbligo. Soprattutto le bambine magari lo apprezzano per il lato estetico, ma a livello pratico no. Se per loro è un ostacolo, io lo bypasso. Fa parte della personalizzazione dell’insegnamento”, ha aggiunto.

Per un’altra vicepreside andrebbe conservato: “Noi lo utilizziamo ancora, anche se evitiamo di partire dalla prima elementare, un tempo lo si imparava subito, ora lo si introduce in seconda. Io sono una grande sostenitrice: non per il tipo di formato o attaccamento alle tradizioni, ma per l’importanza che ha sotto tanti punti di vista, fondamentale ad esempio il discorso grafomotorio, la corrispondenza tra il pensiero e la sua scrittura. Credo molto anche nella personalizzazione della propria scrittura: tanti definiscono il corsivo come la firma, una manifestazione del sé e corrisponde a un’unicità e questa rispetta le differenze. La scrittura fluida aiuta anche la lettura fluida, quindi per me è importante soprattutto per questi motivi nella crescita e sviluppo del bambino. Tanti docenti lo esigono”.

“Se non è acquisito alle elementari, è difficilissimo farli tornare indietro”

“Le colleghe della primaria lo insegnano, ma alle medie i ragazzi preferiscono lo stampato maiuscolo – ha aggiunto una docente di lettere -. È un continuo ribadirne l’importanza e che il tema va scritto in corsivo, è una battaglia. Didattica a distanza, uso di tablet e pc ne ha rallentato l’utilizzo: lo imparano, ma lo usano poco. Io insisto che almeno il tema sia in corsivo, ma alcuni poi sono illeggibili. Loro lo vivono come un obbligo, una costrizione”.

Anche al liceo è quasi abbandonato: “Negli ultimi anni, tanti ragazzi che vengono dalle medie usano lo stampato – è il commento di un docente di italiano e latino -. Non c’è l’obbligo, dipende dagli insegnanti, si lascia libero lo studente. Se l’automatismo non è acquisito alle elementari, è difficilissimo farli tornare indietro. L’importante è quello che scrivono e la correttezza, a volte il loro corsivo non si capisce nemmeno”.

Lo studio

Nel 2023 è stata pubblicata dai ricercatori dell’università La Sapienza e del Policlinico Umberto I: un’indagine secondo cui un bambino su cinque nelle scuole elementari ha difficoltà ad usare il corsivo. E nel 21,6 per cento dei casi c’è il rischio concreto di sviluppare un problema di scrittura difficilmente, in seguito, recuperabile.

“I nativi digitali sono abituati alla tastiera. I bambini delle mie classi, ormai da qualche anno, non hanno più la stessa mobilità del polso di un po’ di tempo fa. Per scrivere in corsivo serve muovere mano e polso in un certo modo, reggere la penna correttamente. Spesso non sanno proprio farlo perché, ad esempio, le loro manine non hanno mai ‘impastato’ qualcosa, piuttosto hanno sfogliato pagine digitali su tablet e telefonini. I loro giochi sono, sempre più spesso, dinanzi ad uno schermo, con una tastiera e un joystick”, dice una docente.

Susanna Iannaccone, docente con master in pedagogia, aggiunge: “La scrittura in corsivo si è dimostrata indispensabile per attivare tutte le zone cerebrali. Come una ginnastica per la mente. Il corsivo sviluppa la cosiddetta motricità fine, l’attenzione, il rispetto dello spazio nel foglio. Favorisce l’orientamento spaziale, nonché l’ordine mentale. Per non parlare di quanto sia importante per una espressione grafica del sé”.

“Su TikTok o Instagram non serve saper scrivere ma saper apparire come i social richiedono. Così anche in terza media si fa fatica ad ottenere una scrittura fluida. Un mio alunno di 12 anni quando scrive in corsivo non riesce a tenere il ritmo, né a rispettare gli spazi del foglio. La sua coordinazione oculo-manuale è minima. E non è il solo”, dice un’altra insegnante.

Corsivo: una tortura o un esercizio necessario?

Come abbiamo scritto, sempre più bimbi avrebbero una grande difficoltà a scrivere in corsivo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Occupational therapy in health care” il 21,6% di bambini è a rischio di sviluppare un problema di scrittura e il 10% dei bambini ha una scrittura disgrafica, mentre si registra una disaffezione al corsivo perché si è più abituati allo stampatello dei computer e degli smartphone.

Qualche giorno fa è inoltre esploso il dibattito in merito alla scrittura e all’ortografia su X: alcuni utenti hanno fatto notare come è sempre più comune l’abitudine degli studenti di scrivere i temi in stampatello e non in corsivo. Da qui il dibattito si è infiammato: c’è chi crede che imparare a scrivere in corsivo sia ormai inutile, e chi invece crede che sia una vera e propria fase dello sviluppo degli studenti da non sottovalutare.