Una gravissima discriminazione si sta realizzando a danno degli insegnanti della scuola dell’infanzia i quali saranno esclusi dal corso-concorso selettivo di formazione per il reclutamento dei dirigenti scolastici.
L’art. 28/bis del decreto legislativo n. 29 del 3 febbraio 1993, dopo aver detto che il "reclutamento dei dirigenti scolastici si realizza mediante un corso-concorso di formazione… comprensivo di moduli di formazione specifica per la scuola elementare e media, per la scuola secondaria superiore e per gli istituti educativi" precisa che "al corso-concorso è ammesso il personale docente ed educativo delle istituzioni statali che abbia maturato, dopo la nomina in ruolo, un servizio effettivamente prestato di almeno sette anni con possesso di laurea, nei rispettivi settori formativi".
Che per settori formativi debbono essere intesi solo quelli della scuola elementare e media, quello della scuola secondaria e quello degli istituti educativi, è conferma nella bozza provvisoria del bando che in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale circola in maniera riservata.
Nel bando, all’art. 4, si legge: "Può partecipare al corso concorso selettivo il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche statali che matura dopo la nomina in ruolo un servizio effettivamente prestato di almeno sette anni con possesso di laurea nei rispettivi settori formativi della scuola elementare e media o della scuola secondaria superiore o degli istituti educativi".
Il testo come si vede è abbastanza restrittivo. La scuola dell’infanzia non è neppure nominata e tutto lascia pensare che non sia tenuta in alcuna considerazione.
Ove l’interpretazione dell’Amministrazione scolastica fosse di questo tipo, verrebbe tolta la possibilità di partecipare al corso-concorso ad una categoria di insegnanti di un settore della scuola che in questi ultimi decenni è stato sottoposto a forte spinte innovative e ha raggiunto risultati di grande e visibile qualità.
Si toglierebbe la possibilità agli insegnanti della scuola dell’infanzia di mettere a disposizione della scuola la loro grande competenza e professionalità maturata su un terreno specifico e che se metabolizzato da tutta la scuola potrebbe veramente segnare una svolta.
L’auspicio è, ovviamente, che l’interpretazione dell’Amministrazione scolastica non sia di questo tipo. Diversamente si dovrà registrare un’intenzione veramente punitiva.
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