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Corso di primo soccorso a scuola obbligatorio?

Il corso di primo soccorso dovrebbe essere obbligatorio scuola? Così raccomandano le nuove linee guida europee redatte in relazione alla pandemia, che ha reso necessario adeguare le procedure di rianimazione cardiopolmonare alle criticità dettate dal Covid e all’esigenza che gli operatori del primo soccorso si proteggano dai rischi di un eventuale contagio.

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A pubblicare il documento, aggiornato ogni 5 anni sulla base delle evidenze scientifiche, l’Italian resuscitation coucil, IRC, il Gruppo Italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare.

Perché il suggerimento di rendere obbligatorio il primo soccorso nelle scuole? Lo spiega Niccolò B.Grieco, membro di Irc e direttore di corsi avanzati presso il centro di formazione Critical Care Niguarda, che da anni si occupa di formare ed aggiornare personale medico e infermieristico del Dipartimento cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda di Milano.

“Sono più di 65.000 i casi di arresto cardiaco che avvengono ogni anno in Italia e solo una minima parte avviene in reparti attrezzati per affrontare prontamente il problema. È pertanto fondamentale che vengano coinvolti nel soccorso tutti i soggetti della catena della sopravvivenza, dal testimone occasionale di un malore fino al rianimatore più esperto nel trattamento della sindrome post-arresto cardiaco”.

Lo riporta il Corriere della Sera. Obiettivo, dunque, formare quanti più cittadini possibile, per rendere riconoscibile un arresto cardiaco e istruire il soccorritore.

Primo soccorso e pandemia

Le linee guida introducono solo pochi cambiamenti delle attuali raccomandazioni dei protocolli di primo soccorso, la maggior parte dei quali sono collegati alla prevenzione o alla riduzione del rischio di trasmissione del virus.

Si legge nel documento dell’IRC:

Durante la pandemia COVID-19:

  • Presumere che ogni paziente abbia il COVID-19 e trattarlo in modo appropriato. Il paziente potrebbe essere asintomatico ma essere comunque un portatore del virus.
  • Se chi sta prestando soccorso ad una vittima infetta col COVID-19 è un suo familiare o un convivente, è stato probabilmente già esposto al contagio e può essere disponibile a fornire direttamente il primo soccorso. Se, invece, il paziente non è un familiare o convivente bisogna seguire le direttive nazionali in merito al distanziamento sociale e all’uso dei dispositivi di protezione (DPI) ogni volta che sia possibile.
  • L’uso di DPI (guanti, mascherina, protezione per gli occhi, ecc.) potrebbe non essere applicabile in tutti i casi di primo soccorso, ma si deve sempre prestare attenzione a proteggere sia il paziente che chi sta prestando il primo soccorso.
  • Se il paziente è responsivo e in grado di seguire delle indicazioni per l’automedicazione, il soccorritore deve fornire le indicazioni da una distanza di sicurezza (2m).
  • Altre indicazioni questo LINK.

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Redazione

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