Il danno all’immagine patito da Regione e istituzione scolastica ‘Comunità montana Walser e Mont Rose B’ per la vicenda dell’ex insegnante di musica, M.F. (51), sorpreso nel 2001 a diffondere materiale pedopornografico da un computer della scuola media di Gressoney-St-Jean, non può essere prescritto.
Appellata dalla procura regionale dei Corte dei Conti – che aveva chiesto un risarcimento 15.000 euro – è stata quindi riformata la sentenza di primo grado: il giudizio sarà di nuovo discusso ad Aosta.
La prescrizione scatta se il danno all’immagine – provocato dall’eco mediatica e dalla risonanza nell’opinione pubblica – non viene contestato entro cinque anni.
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Rispetto ai colleghi della sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Valle d’Aosta, i giudici della seconda sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti hanno ritenuto tuttavia che “la lesione grave al decoro” dei “soggetti pubblici coinvolti” non coincida con il provvedimento disciplinare del 3 maggio 2002 ( con cui la Regione sospese per sei mesi M.F. dall’insegnamento) ma con il “rinvio a giudizio in sede penale”, che risale al 15 giugno 2006. In questo modo la richiesta di risarcimento avanzata dalla procura contabile nel maggio del 2008 rientra appieno nel termine dei cinque anni. Il danno dunque subito dalle istituzioni pubbliche non viene prescritto
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