La Corte dei conti punta il dito contro lo Stato, per la manata promozione e divulgazione di finanziare le scuole con l’8per mille sulla quota di propria competenza.
Lo Stato, secondo i contabili, avrebbe mostrato «disinteresse per la quota di propria competenza, cosa che ha determinato, nel corso del tempo, la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore». Ma la Corte dei conti va anche oltre e rileva la «totale assenza di iniziative promozionali, da parte dello Stato, circa le proprie attività, risultando l’unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie iniziative» e «nonostante la novità costituita dalla possibilità di destinare risorse all’edilizia scolastica, tema particolarmente sentito dai cittadini contribuenti».
Ma i magistrati contabili criticano pure la presidenza del Consiglio che avrebbe giustificato l’assenza nel 2015 di campagne pubblicitarie in tal senso con la
non «entrata in vigore, all’epoca, della novella che ha introdotto la categoria dell’edilizia scolastica tra le tipologie dell’8 per mille statale, con il risultato di un ulteriore ampliamento della platea dei beneficiari, ma non dell’ammontare delle risorse a disposizione».