“Il 2019 e gli anni successivi si presentano non facili per il governo dei conti pubblici”.
Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, spiegando che il “ripiegamento” dell’economia internazionale rende “più stringenti i margini delle azioni di riequilibrio del disavanzo e del debito”. “In sede programmatica, – ha aggiunto – gli spazi per garantire un percorso di seppur lenta riduzione del debito appaiono molto contenuti, ponendo il Paese in un crinale particolarmente stretto”.
In modo particolare però, la Corte dei conti ha fatto il punto su Quota 100: “Le recenti disposizioni in materia previdenziale suscitano notevoli preoccupazioni circa le ricadute sulla organizzazione degli uffici per i vuoti negli organici che presumibilmente si apriranno copiosi nel breve termine”, ha sottolineato il procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, parlando indirettamente di Quota 100 e spiegando che “tali vuoti tuttavia costituiscono un’occasione unica da non perdere per promuovere il ricambio generazionale nei quadri pubblici con l’immissione in ruolo di risorse portatrici di professionalità specifiche e maggiormente aperte all’innovazione”.
In riferimento alla Pubblica Amministrazione, ha inoltre precisato: essa ha compiuto “passi importanti” ma “il traguardo è ancora molto lontano ed il panorama del nostro Paese si presenta tutt’oggi a macchia di leopardo. Si sono infatti accentuate le differenze territoriali nella qualità dei servizi erogati ai cittadini e negli stessi modelli di gestione”, ha poi evidenziato il procuratore generale Avoli. “Il potenziamento delle autonomie – ha aggiunto – dovrà necessariamente accompagnarsi ad un effettivo e coerente riposizionamento di tutti i livelli di responsabilità, e non solo quella politica”.
Mentre per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione, il procuratore ha riferito che nel corso del 2018 le sezioni territoriali della Corte dei Conti hanno pronunciato sentenze di condanna riconducibili a corruzione, peculato e reati contro la pubblica amministrazione per 38,4 milioni di euro; le sezioni di appello per 25,4 milioni. Lo scorso anno sono pervenute alle procure regionali 756 segnalazioni di peculato, 407 di corruzione, 150 di concussione e 2044 di abuso di ufficio.
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