Nella sua sentenza i giudici europei ricordano inoltre che la nozione di “lavoratore” non può essere definita mediante un rinvio alle legislazioni degli Stati membri, ma deve essere definita in base a criteri oggettivi. L’Italia si è trovata ad affrontare la Corte Ue in seguito ad una procedura di infrazione avviata nel 2008 da Bruxelles.
Secondo la Commissione, l’esclusione dei dirigenti dall’ambito di applicazione della procedura di licenziamento collettivo, non è infatti conforme alla direttiva, che di conseguenza non è stata recepita dalla legge italiana in modo corretto.
Secondo la Corte Ue l’Italia è venuta meno ai propri obblighi perchè ha escluso la categoria dei “dirigenti” dall’ambito di applicazione della procedura prevista per la messa in mobilità. Ora l’Italia dovrà provvedere a conformarsi alla sentenza.