Categorie: Politica scolastica

Cosa diceva il programma elettorale 2013 del PD sulla scuola

“Oggi il governo della scuola è frammentato su troppi livelli: Ministero dell’istruzione, con competenza sulle regole generali e gli ordinamenti; Ministero dell’economia, con competenza sugli stipendi degli insegnanti; regioni, responsabili del dimensionamento, ovvero del numero e della localizzazione degli istituti, e della formazione professionale; province, a cui spetta la manutenzione degli edifici nella secondaria di secondo grado (le superiori); Comuni, a cui spettano gli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre a tutta la scuola dell’infanzia; Istituzioni scolastiche autonome, cui oggi di fatto competono solo le supplenze brevi e le attività extra-curriculari”.

“L’autonomia delle scuole, che è la più importante riforma degli ultimi 13 anni, è stata voluta da Luigi Berlinguer e dal governo di centro-sinistra: ben presto, però, il processo si è interrotto e con i ministri Gelmini e Profumo si è ritornati a un ruolo centrale del Ministero; inoltre non è mai stata data attuazione alla riforma del Titolo V della Costituzione, che prevede un ampio trasferimento di poteri alle regioni”.

“Un efficace coordinamento fra tanti livelli di governo della scuola è difficile da realizzare: sarebbe necessario semplificare e chiarire le diverse responsabilità. Una strada possibile è quella di svuotare il Miur e decentrare verso le Regioni: il rischio di aumentare ulteriormente i già enormi divari territoriali è però molto elevato. La soluzione preferibile, è quella di realizzare pienamente l’autonomia delle singole scuole in campo didattico, finanziario, amministrativo e gestionale, rafforzando al contempo la verifica dei risultati dal parte del centro. Il centro rinuncia quindi ai compiti di autorizzazione amministrativa a priori, ma mantiene il ruolo di valutatore a posteriori, oltre a fissare le indicazioni nazionali (i programmi) e le competenze richieste al termine di ogni ciclo scolastico. E’ chiaro che gli organi interni alle 8127 istituzioni scolastiche (di cui 1.500 ancora prive di dirigente scolastico) dovrebbero essere adattati alla maggiore autonomia decisionale delle scuole: il dirigente scolastico non può rimanere senza un controllo efficace da parte del consiglio di istituto, in modo da garantire una verifica di qualità”.

Aldo Domenico Ficara

Articoli recenti

Prove Invalsi 2025, iscrizioni delle scuole già aperte: tra le novità, la rilevazione delle competenze digitali. Lettera del Presidente Ricci

Dal 12 novembre scorso sono aperre le iscrizioni alle Rilevazioni Nazionali degli apprendimenti per l’anno…

19/12/2024

Fondi Mof 2024/2025, la Gilda non firma la preintesa: 13 milioni per lavoro aggiuntivo degli Ata, 300 euro pratica di pensione

La Federazione Gilda Unams, come riporta un comunicato, non ha sottoscritto la preintesa sull’integrazione ai…

19/12/2024

Studente modello non ammesso agli esami con la media del sei dopo la morte del papà: vince il ricorso, ma i prof lo bocciano

Una questione contorta: uno studente dalla brillante carriera scolastica non è stato ammesso alla maturità…

19/12/2024

Idonei 2020 e 2023 al palo e arriva il concorso: il parere della Gilda degli Insegnanti

Da qualche giorno è stato dato ufficialmente il via al secondo concorso Pnrr per diventare insegnante…

19/12/2024

Scuola intitola biblioteca allo studente morto di cancro, il padre: “Ispirava chiunque lo incontrasse”

Riccardo aveva solo otto anni, metà dei quali trascorsi a combattere contro un tumore alla…

19/12/2024

Un prof 23enne: “I compiti si consegnano corretti il giorno dopo. Metto adesivi da grattare sopra i voti contro l’ansia”

Come insegnano i docenti più giovani oggigiorno? Quali differenze con i colleghi più grandi? A…

19/12/2024