Categorie: Didattica

“Cosa dovrebbe insegnare la scuola”

 

L’Adi, Associazione docenti italiani, recensisce il libro dell’ispettore generale francese, con grande interesse, partendo proprio dai curricoli che “determinano quanto una società si attende dalla scuola. I curricoli riproducono il sapere scolastico, ossia le conoscenze ufficiali che tutti i cittadini dovrebbero possedere e insieme il sapere che le élite dovrebbero padroneggiare per guidare e governare una società. Le nostre società sono in crisi e da anni si parla di morte dei curricoli. Non si sa più cosa insegnare, cosa attendersi dalla scuola del XXI secolo. Il sapere scolastico canonizzato nel corso del XIX secolo e tenuto più o meno in vita lungo tutto il XX secolo non convince più, non serve. Lo si deve aggiornare”.

Siamo tutti d’accordo, il problema però è capire come.

“Fino a pochi anni fa la teoria dei curricoli sembrava morente. L’autonomia scolastica avrebbe dovuto risolvere automaticamente il problema dei curricoli (almeno così si sperava), ma la maggioranza degli insegnanti ha continuato a ripetere le ricette di un tempo, quelle che avevano più o meno ereditato dai loro insegnanti oppure appreso all’università. Gli sconvolgimenti prodotti dalla tecnologia digitale hanno preso in contropiede le scuole che non sapevano come utilizzarla.

Nella maggior parte dei sistemi scolastici hanno continuato ad imperare la libertà, i proclami dell’autonomia didattica, l’esaltazione dell’indipendenza e della creatività del corpo docente. Ma intanto il malcontento si estendeva sia tra le famiglie sia tra i responsabili scolastici. I risultati delle indagini comparate internazionali non erano tali da produrre informazioni tranquillizzanti. Sul campo si sapeva bene che qualcosa non funzionava, ma cosa ? Una prova di tutto ciò era il dibattito sulla dimensione delle classi : classi numerose oppure classi piccole ? Non esisteva una soluzione magica. Tutto poteva andare bene a seconda delle circostanze”.

Ora però, secondo l’ispettore generale francese Roger-François Gauthier , Ciò che la scuola dovrebbe insegnare (Ce que l’école devrait enseigner. Pour une révolution de la politique scolaire en France. Ed. Dunod, Paris 2014 ), “è tempo di dire che si devono modificare i curricoli. Quel che si continua a insegnare è obsoleto. Il modo di insegnare pure; la scuola così come è superata. Ci vuole un altro servizio scolastico, pubblico e privato. Come ridurre le disuguaglianze?”.  

“In un periodo nel quale i saperi scolastici sono svalutati, RF Gauthier ci invita a ridefinirli e ripropone la questione della cultura comune. Ciò facendo rimette in discussione l’ ordine scolastico basato sulle discipline gerarchizzate e iper-potenti in seno al sistema scolastico. Oggi sono ancora queste discipline che fondano l’identità dell’insegnamento e che delimitano la formazione, garantendo il mantenimento di un tipo di scuola di cui ormai si conoscono molto bene i limiti. Su questa traccia, RF Gauthier invita pure a rivedere la valutazione e pone la questione del potere nella scuola. E’ un tuffo nel dibattito sulla rifondazione della scuola”.

 

Pasquale Almirante

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