Attualità

Cosa è sempre uguale in tutti i computer (ma andrebbe cambiato)?

Ogni sei mesi esce un nuovo computer, tablet o smartphone più potente, veloce, moderno (e ovviamente costoso), ma c’è un elemento che non cambia mai? Quale?

La tastiera! Tutti questi i device sono dotati di tastiere QWERTY. Il nome deriva dalle prime lettere in alto a sinistra. Ci sono alcuni modelli molto simili in commercio (soprattutto all’estero) come ad esempio le QWERTZ, ma le differenze sono minime.

Se dunque queste tastiere non cambiano mai, è lecito chiedersi: si tratta del miglior sistema di scrittura che abbiamo oggi a disposizione? La risposta forse vi stupirà: no. E non solo non è il migliore, ma è una dei peggiori e più lenti rispetto ad altri sistemi più o meno simili. La risposta a questa domanda apre altri interrogativi: come mai allora continuiamo a utilizzare questo sistema? E qui ci viene in aiuto la storia: queste tastiere infatti vengono da molto lontano.

Precisamente si tratta di tastiere nate nel lontano 1873 quando è stata commercializzata la prima macchina da scrivere di grande successo (La Remington 1) che, per la prima volta, presentava diversi modelli di tastiera, tutti molto simili fra loro, tra i quali il celebre QWERTY.

Queste tastiere furono il frutto di un lavoro molto attento da parte dell’inventore americano Christopher Latham Shole e dei suoi collaboratori. Il punto è che per produrle si affidarono a chi all’epoca aveva esperienza di trascrizione rapida di testo: i telegrafisti, i quali però disposero le lettere in base alle loro esigenze. Lettere dunque posizionate nel migliore dei modi per trascrivere il codice morse. Attività oggi molto distante dalle nostre esigenze.

Inoltre la disposizione delle lettere doveva consentire di scrivere velocemente, ma non troppo, altrimenti la macchina rischiava di incepparsi: rovinando un foglio di carta prezioso e rallentando non poco il flusso di lavoro. Si tratta quindi di sistemi che oggi, nel mondo digitale, potrebbero essere radicalmente migliorati. E infatti esistono tastiere molto più veloci ed ergonomiche. Dunque per quale motivo continuiamo a utilizzare le QWERTY?

Perché cambiare tastiera vorrebbe dire imparare nuovamente a scrivere, uno sforzo immane che in pochi tenterebbero e che per questo scoraggia qualunque azienda dal tentativo di lanciare nuovi strumenti di scrittura.

Studiare la storia significa aggiungere la profondità a un mondo bidimensionale! Chiedetevi sempre qual è la storia di un oggetto, o di un concetto, e scoprirete ciò che vi serve!

Dario De Santis

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