Il problema della dispersione scolastica, il cui tasso medio in Italia è al 14,7%, dovrebbe porre delle domande enormi, non già solo alle scuole delle periferie cittadine dove si registrano picchi anche del 25%-30%, ma soprattutto alla politica e a chi governa. Infatti di fronte ai livelli altissimi rilevati in Regioni come la Sicilia, con una media del 24% di abbandoni (in Veneto è all’8%) qualcuno dovrebbe chiedersi: dove vanno questi ragazzi “minorenni”? Chi frequentano? Come trascorrono il tempo? Dove si trovano se non vanno in classe?
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Se c’è la consapevolezza del fenomeno, tanto che la ministra dell’istruzione dichiara che i tassi elevati di abbandoni e di “livelli critici di conoscenza coincidono con le zone più povere d’Italia dove sono concentrate le famiglie socialmente escluse e dove è minore l’accesso alla cultura”, ci dovrebbe essere pure in atto una strategia, non solo per contenere dispersioni e abbandoni, ma anche di controllo.
In altre parole qualcuno si dovrebbe prendere il carico di andare a cercare questi ragazzi e, verificando, spiegare cosa fanno.