“Insegnare senza farsi male. Le competenze emotive e relazionali del docente e la prevenzione dello stress in classe” di Gaetano Cotena, Utet, 18 Euro, è un altro testo che si aggiunge alle sconfinate pubblicazioni sulla scuola, sul ruolo degli insegnanti in classe, sul loro rapporto con gli alunni in termini sia di didattica e sia di educazione alla cittadinanza.
Tuttavia in questo saggio l’attenzione dell’autore, psicoterapeuta, professore a contratto di Psicologia clinica presso l’università degli studi di Brescia e docente di scienze umane, si concentra pure sulla formazione relazionale ed emotiva del personale scolastico; ma affronta inoltre, per altro verso, in modo chiaro e nello stesso tempo composito e ampio, come nella geografia continentale di un arcipelago, temi oggettivamente poco frequentati, anche perché non del tutto di interesse diretto dei docenti e di chi ha a che fare con ragazzi, come il benessere fisico, emotivo e sociale degli alunni nei contesti scolastici.
Temi che diventano centrali in una scuola che si pone come “Mission” essenziale quella di educare un cittadino consapevole e non solo di trasmettere conoscenze. L’autore avvia così la sua disamina, partendo da alcuni interrogativi, dibattuti alcuni, per un verso:
Come sono cambiati i bisogni formativi degli alunni e di quali strumenti hanno bisogno gli insegnanti per poterli soddisfare? e, per un altro verso, ad altri pochissimo frequentati: Cosa fare se sono un insegnante e ho davanti un alunno arrabbiato, spaventato, ansioso? E ancora: Come orientare l’alunno alla felicità e contribuire allo sviluppo sano della sua identità?
Domande che, come se vede, portano diritto dentro una branca di studio che per lo più è estranea a scuola, ma sconosciuta pure negli ambiti formativi progettati per i professori in fase di aggiornamento in itinere: quale funzione può avere la psicologia per supportare questi bisogni degli alunni, questa loro ricerca della felicità, dovuta certamente dalla scuola ai suoi fruitori?
Ecco il libro di Cotena risponde ampiamente e con puntuale considerazione a queste e altre questioni, comprese quelle con cui giornalmente gli insegnanti hanno a che fare, mentre vengono pure forniti strumenti relazionali e di gestione dell’emotività, necessari per educare e per prevenire lo stress, in classe e pure in sala professori, nel senso proprio tra colleghi e perfino tra colleghi e dirigenza.
Il testo in questo senso cerca di illustrare prassi e modalità di intervento che derivano dalla psicologia, dall’antropologia, dalle neuroscienze e perfino dalla esperienza clinica di psicoterapeuta dell’autore.
Ma non solo. Importante appaiono le sezioni dedicate agli studenti, con esercizi di consapevolezza nella gestione della propria emotività e con proposte di riflessioni sul proprio futuro professionale e di studi, mentre delle schede riportano esempi di conflitti tra studenti con le relative risposte per risolverli.
Eccone, alcuni fra i tanti: due studentesse disturbano ripetutamente; prof sono triste; la paura dell’interrogazione ecc.
E da qui pure le considerazioni di Cotena sul ruolo strategico dell’insegnante nell’orientare l’alunno a superare le difficoltà per entrare negli ambienti della felicità, aiutandolo a rispondere alle domande che costituiscono la sua sfida più difficile: chi sono io? Chi voglio essere? Cosa voglio diventare?
Dare risposte a domande tanto accorate dei propri allievi, conduce il docente ad assumere anche una funzione che per certi versi lo accomuna a quella genitoriale, un docente insomma che si propone non solo di trasmettere dei contenuti ma anche di essere un adulto di riferimento e a volte alternativo nella gestione dell’emotività e della relazione.
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