Cosa prevede l’accordo raggiunto sul precariato nella serata dell’11 giugno, che a breve porterà ad un nuovo ciclo di abilitazioni e ad essere assunti a tempo indeterminato circa 50 mila nuovi docenti nella scuola pubblica?
Dopo una trattativa durata poco più di un mese, a seguito dell’intesa sottoscritta all’alba del 24 aprile scorso, si è prima di tutto stabilito che verranno avviati i Pas abilitanti.
Per accedere ai corsi di abilitazione all’insegnamento, utile per essere collocati nelle graduatorie di seconda fascia d’istituto e per insegnare nelle scuole paritarie, i candidati dovranno avere lavorato per almeno tre annualità (180 giorni per anno scolastico anche non continuativi) nella scuola, sia statale che paritaria.
Al Pas – articolati su più cicli annuali – potranno accedere, tra gli altri, anche i docenti già di ruolo (interessati quindi ad acquisire un’ulteriore abilitazione) e pure i dottori di ricerca.
La vera novità dell’accordo Miur-sindacati, però, è soprattutto quella dell’avvio imminente (anche questo nei prossimi mesi, probabilmente entro l’estate 2019) di un concorso straordinario, anche questo abilitante, che porterà direttamente all’immissione in ruolo oltre 24.000 candidati docenti.
Considerando la valenza dell’obiettivo, la stabilizzazione, l’accesso al concorso straordinario sarà riservato a coloro che hanno accumulato i tre anni di insegnamento minimi solo nella scuola statale. Inoltre, almeno un anno dovrà essere stato necessariamente svolto, pure senza abilitazione, nella medesima classe di concorso per cui si intende concorrere.
Il concorso si baserà su una prova scritta, da svolgere al computer, per la quale sarà prevista una soglia di punteggio minimo, e da una verifica orale non selettiva.
Gli esiti della doppia prova serviranno a formare la graduatoria finale, la quale però si andrà a realizzare anche tenendo conto dei titoli di servizio svolto (questi ultimi, tra l’altro, sembra che abbiano maggiore rilievo rispetto alle prove svolte).
Sempre nell’accordo sottoscritto dai sindacati rappresentativi l’11 giugno al Miur, si prevede pure l’assegnazione di ulteriori 24 mila posti attraverso l’attivazione di un concorso ordinario destinato a tutti i laureati in possesso dei requisiti previsti dalla disciplina vigente, fra cui 24 crediti formativi in ambito antropo-psico-pedagogico e metodologie e tecnologie didattiche.
In pratica, al concorso ordinario potranno accedere anche i neo-laureati: servirà, infatti, la sola laurea – verificando se quella conseguita è considerata valida per lo specifico insegnamento scolastico nel quale si intende concorrere – a cui aggiungere i 24 Cfu (acquisibili in vario modo).
Ricordiamo, che il testo dell’intesa arriverà in Parlamento: infatti, l’idea del Governo è quella di inserirlo come emendamento al decreto crescita. Bisogna adesso valutare i tempi tecnici dell’iter parlamentare.
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