Categorie: Attualità

Cosa scrivevano nel 2011 gli insegnanti meridionali trasferiti al Nord per una cattedra?

Nei forum per insegnanti si possono rintracciare sfoghi di docenti meridionali trasferitisi al Nord per trovare un posto di lavoro nella scuola.

Tra i tanti ne riportiamo alcuni significativi del 2011: “Sono anni che vago per il Nord Italia. Carenza di insegnanti, insegnanti spesso incompetenti, senza abilitazione e senza titoli idonei, sacrifici mortali per chi è disposto per qualche punto a fare i comodi agli altri e a fare una vita da sguattero, supponendo di avere tra l’altro la forza economica per farlo. Affitti allucinanti, vita super cara, stipendi miseri… etc etc. L’importante è tappare il buco. Perché al nord nessuno vuole fare il maestro. Le segreterie diventano pazze per trovare supplenti che chiaramente aspirano a tornarsene appena possibile dalle proprie famiglie”.

“C’è poi il discorso dei nostri ‘cari’ colleghi meridionali trapiantati qua al nord che adesso vogliono impedire ai loro conterranei di inserirsi a pettine al nord Italia, quasi fosse esclusiva loro. Infine, c’è il discorso della lega che vuole insegnanti “padani” al Nord: bloccarli al Sud vuol bruciare i tempi per l’assunzione dei ‘padani’, altrimenti fermi al palo per via dell’esaurimento delle attuali graduatorie”.

“Non ce l’ho certo con chi vive qua al nord ma vuole tornare a casa (aspirazione legittima che ho anch’io), ma con chi vuole impedire alla gente di spostarsi liberamente sul territorio nazionale”.

“Sono partita da Messina in auto io e mia figlia di 3 anni, stamattina depositata da amici come un pacco postale, mi sono sparata 1600km di strada fra pioggia e neve per sperare di poter firmare un contratto di almeno 16gg di servizio, tanto da accumulare un punto utile ai fini dell’aggiornamento in graduatoria. Pago 70 euro al giorno di albergo e arrivata qui in un organico di insegnanti giovanissime per lo più del sud mi sono sentita trattare come chi ti vuol fregare non so che cosa. Questa è la mia rabbia. E’ chiaro che io vorrei lavorare nella mia terra come tutti”.

Quattro anni dopo nel luglio del 2015 arrivava la 107/15 con tutto il suo carico di cambiamenti normativi.

Aldo Domenico Ficara

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