Didattica

Cosa si intende per clima della classe? Come passare da una relazione insegnante-alunno ad una relazione insegnante-classe

Al primo appuntamento della Tecnica della Scuola alla fiera Didacta Sicilia, nel corso della prima giornata dedicata alla #didattica, ci ha raggiunti lo psicologo Marco Catania, che ci ha illustrato le tecniche più efficaci di comunicazione e di gestione della classe.

L’esperto ha condiviso con noi la sua idea, alquanto innovativa, di clima di classe: “L’idea che ho è diversa da quella canonica, per me è l’aria che tira in classe, che si respira. Se è conviviale ciò è propedeutico alla risoluzione di problemi in classe. Ciò è difficile da raggiungere: bisogna passare da un’idea insegnante-alunno ad un’idea insegnante-classe. Non bisogna spezzare il clima di classe con rimproveri magari ad un solo alunno, si spezza l’attenzione”. VAI AL CORSO

Secondo Freiberg (1996), il clima di classe è dato dalla mescolanza di almeno 5 elementi cui i docenti e i dirigenti scolastici devono porre attenzione:

  1. la prevenzione;
  2. il prendersi cura degli studenti;
  3. la cooperazione;
  4. l’organizzazione;
  5. e la comunità.

Il lavoro sul clima di classe è un lavoro di prevenzione nei confronti di tutti quegli atteggiamenti di impulsività, mancato autocontrollo, scarso senso di appartenenza che nelle comunità scolastiche sono causa di disagio, bullismo, demotivazione e dispersione che mira a permettere agli studenti di diventare collaboratori piuttosto che ostacoli.

Attraverso il prendersi cura dei bisogni individuali degli studenti e la personalizzazione/individualizzazione dell’insegnamento/apprendimento, ognuno è considerato nella sua originalità e può sentirsi accettato e parte della classe.

Il lavoro sul clima di classe si poggia inoltre su un atteggiamento didattico che facilita la cooperazione tra gli studenti e non la competizione o il lavoro individualistico.

Le condizioni che promuovono un ambiente sociale democratico, secondo Dewey, comprendono: un ambiente fisico che inviti all’attività cooperativa; un insegnante che faciliti la piena partecipazione e sostenga la libertà intellettuale; un corpo eterogeneo di allievi che interagiscano liberamente tra loro. In altre parole, il clima di classe non deve essere il frutto di slanci occasionali o di enfasi personalistiche, ma il frutto di un processo ben pianificato dal punto di vista organizzativo.

Il corso

Su questi argomenti il corso Strategie organizzative per la gestione della classe, in programma dal 3 novembre, cura di Claudia Matini.

Redazione

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