L’unica certezza sui vaccini è che rimane in vigore la Legge Lorenzin, quindi l’obbligo di 10 vaccini (anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilusinfluenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella) per l’iscrizione a scuola, pena il non ingresso in classe per i bimbi fino ai 6 anni, e multe da 100 a 500 euro per i genitori dei ragazzi fino ai 16 anni.
Alla legge Lorenzi si aggiunge l’indicazione contenuta nella circolare Grillo-Bussetti, datata 5 luglio 2018, che consente (non obbliga) agli istituti scolastici di “accontentarsi” dell’autocertificazione delle avvenute vaccinazioni.
La legge infatti fissava al 10 luglio scorso la deadline per mettersi in regola e presentare alle scuole il certificato della Asl, mentre con la circolare questo termine non diventa perentorio.
La circolare dispone che nelle Regioni in cui non è ancora entrata a regime l’anagrafe vaccinale, che sgrava i genitori dall’onere della documentazione da produrre, solo per l’anno scolastico 2018-19 i dirigenti scolastici “potranno ammettere i minorenni alla frequenza sulla base delle dichiarazioni sostitutive presentate entro il termine di scadenza per l’iscrizione”.
Nelle Regioni dove invece l’anagrafe vaccinale c’è l’autocertificazione andava presentata entro il 10 luglio, o in alternativa era sufficiente la richiesta di prenotazione delle vaccinazioni.
Le autocertificazioni saranno poi verificate dalle Asl, a cui è previsto che gli istituti scolastici inviino i dati.La circolare infine non obbliga i presidi, nè tantomeno i comuni (a cui fanno capo gran parte degli asili nido), ad accettare le autocertificazioni.Sembra fra l’altro che molti sindaci abbiano dichiarato di preferire comunque la versione “originale” della legge Lorenzin, con i certificati della Asl a provare l’avvenuta vaccinazione.
Anche il singolo preside può decidere in tal senso e per il ministro dell’Istruzione Bussetti, la responsabilità di una dichiarazione falsa non ricade mai sui dirigenti scolastici: è sempre individuale.
Rimane il punto più controverso, ossia il fatto che con l’autocertificazione, almeno finché non vengono completate le verifiche della Asl, di fatto non si può essere certi se i bambini in classe siano vaccinati o meno.
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