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Cos’è la relazione d’aiuto a scuola? Come nutrire il potenziale inespresso degli studenti

Saper sviluppare e nutrire il potenziale umano dell’altro dipende molto dallo sviluppo del proprio potenziale. Ma cosa significa tutto ciò? Com’è possibile attuare un percorso di crescita personale di questo tipo? Cosa c’entrano le relazioni d’aiuto? Perché può essere utile ai docenti un approccio del genere? VAI AL CORSO

L’idea di fondo

In tutti gli individui esiste un potenziale inespresso, un “futuro” possibile che spesso non riesce a manifestarsi adeguatamente, non trovando il giusto supporto e il giusto ambiente. Perché non provare a rilasciare queste risorse nascoste dentro di noi?

I diversi aspetti dello sviluppo del potenziale umano su cui si possono creare strategie sartoriali e personalizzate, che promuovano l’espressione e lo sviluppo del potenziale individuale, sono:

  1. Come pregiudizi, stereotipi e atteggiamenti mentali del professionista possono facilitare o ostacolare lo sviluppo del potenziale
  2. La tecnica del “Progetto evolutivo” come strumento per sviluppare potenzialità e talenti
  3. Come le resistenze e gli ostacoli nella relazioni di aiuto possono diventare risorse che promuovono la crescita psico-emotiva
  4. Il disagio e le risorse nei processi di crescita umana e professionale
  5. Come lo sviluppo del potenziale del professionista può diventare il traino per lo sviluppo dell’assistito. Inoltre, verrà data grande importanza alla presentazione delle condizioni necessarie alla relazione di aiuto: empatia, congruenza e accettazione positiva incondizionata.

Cosa si intende per relazione di aiuto?

Nelle parole della psicopedagogista Lucia Todaro, “la relazione d’aiuto è quella in cui l’uno promuove la crescita dell’altro, è dunque la relazione che si stabilisce tra terapeuta e cliente, tra insegnante e studente, tra medico e paziente, tra genitore e figlio. L’espressione ‘relazione d’aiuto’ è un modo delicato per indicare un intervento di supporto allo sviluppo del sé, alla comprensione delle proprie motivazioni e predilezioni.

“La parola ‘aiuto’ inclusa nell’espressione ‘relazione d’aiuto’ assume un significato pedagogico, indica l’impegno profuso da colui che reca aiuto per sviluppare nell’altro la consapevolezza di sé ed emanciparlo dai condizionamenti che lo rendevano prigioniero delle aspettative degli altri. L’aiuto si orienta in direzione della crescita e dell’autonomia dell’altro”.

Quali obiettivi?

Attraverso un percorso interiore (e non solo) di questo tipo, vari professionisti possono riuscire a essere in grado di gestire la complessità della relazione di aiuto e di offrire quel tipo di accoglienza psico-emotiva che rende possibile uno sviluppo del potenziale umano, in un modo che sia rispettoso delle persone coinvolte.

Gli obiettivi che è possibile porsi sono:

  1. Migliorare la resilienza nei confronti di situazioni che vengono percepite come emotivamente scomode
  2. Riconoscere e modificare atteggiamenti mentali, stereotipi e pregiudizi che ostacolano la relazione di aiuto
  3. Migliorare la capacità di creare relazioni in grado di accogliere la complessità (e le contraddizioni) delle caratteristiche individuali
  4. Ampliare la consapevolezza delle proprie dinamiche interne e di come queste possono influenzare la relazione di aiuto.

Quali competenze?

Ecco invece le competenze che si possono acquisire:

  1. Riconoscere le proprie potenzialità e quelle dei propri allievi, utenti, pazienti: competenze, qualità, talenti
  2. Riconoscere gli ostacoli all’espressione delle proprie potenzialità e quelli dei propri allievi, utenti, pazienti
  3. Usare alcune tecniche per sviluppare il proprio potenziale umano e professionale e quello dei propri allievi, utenti e pazienti
  4. Comprendere che le potenzialità di insegnanti e allievi, operatori della salute e pazienti, volontari e utenti sono profondamente connesse, intimamente legate fra loro e si sviluppano, crescono e maturano insieme.

Il corso

Su questi argomenti il workshop Care Academy 2022/2023: sviluppare il potenziale umano, in programma dal 26 novembre, in collaborazione con il Centro Studi e Ricerca Synthesis e l’Associazione “Sul Sentiero”.

La Care Academy è strutturata in quattro workshop online (su Zoom), per un totale di 16 ore di formazione teorico-pratica. I cinque workshop sono nati con l’obiettivo di offrire un apprendimento flessibile che sia adeguato ai bisogni formativi percepiti da ogni singolo partecipante.

Ogni seminario, infatti, verterà su un tema diverso relativo allo sviluppo del potenziale umano. La scuola ha un respiro internazionale grazie alla presenza di formatori specializzati nella relazione di aiuto provenienti da Italia, Irlanda e Regno Unito. I formatori sono medici, psicologi, counselor, psicoterapeuti, con esperienza decennale nell’ambito della relazione di aiuto e in ambito socio-psico-pedagogico. Si tratta di Paolo Assandri, Valeria Ballarotti, Andrea Bonacchi, Raffaella Caneparo, Piero Ferrucci e Lina Peritore.

Redazione

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