Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta è un piccolo gioiello confezionato nel 1974 dallo scrittore e filosofo americano Robert Pirsig, best seller mondiale da svariati milioni di copie e libro di culto per tante generazioni.
È la storia del lungo viaggio in moto di un papà con il proprio figlio di undici anni, che si avventurano, assieme a una coppia di amici, dal Minnesota fino alle coste del Pacifico. Un viaggio che non ha una vera e propria meta e che – nella migliore delle tradizioni della letteratura americana – esprime il massimo del suo piacere proprio nel non avere una destinazione precisa. Il livello di narrazione è doppio: da un lato la descrizione del viaggio e degli incantevoli paesaggi americani, dall’altro il dialogo tra il narratore e il suo doppio, una presenza invadente ed invasiva nella sua mente, che in passato lo ha condotto in manicomio e all’esperienza dolorosa dell’elettrochoc e dalla quale sta emancipandosi.
Mai, in un unico libro, tante riflessioni profonde di carattere filosofico, spirituale, pedagogico.
Ci soffermiamo qui su uno dei temi che più ci riguardano da vicino:
La scuola insegna a imitare. Se non si imita l’insegnante si prende un brutto voto. (…) Era così che si conquistava il massimo de voti. L’originalità, invece, era un’incognita, poteva anche portare alla bocciatura. (…) Elimina tutto il sistema dei voti e dei diplomi e avrai una vera e propria istruzione.
Constatiamo la modernità di un’idea che si è sempre più strutturata a partire dagli anni Novanta e che si basa pedagogicamente sull’idea che il voto è minaccioso e non favorisce il benessere dello studente ma piuttosto frustrazione, ansia e paura di fallire. Nella peggiore delle situazioni, un quattro o un tre ( e non parliamo dei ”due” e degli “uno” che ancora si vedono sui registri del docente) rischiano di convincere l’alunno che la sua persona valga quel voto, compromettendo gravemente la sua autostima. In Italia gli esperimenti in tal senso non sono mancati: al liceo delle Scienze Umane “Monti” di Cesena, ad esempio, qualche anno fa una prima classe è stata sottoposta a questa sperimentazione – un anno scolastico con i voti soltanto alla fine dei quadrimestri, come previsto dalla normativa – che a detta dei docenti ha dato ottimi risultati.
Tra le pagine del libro di Robert Pirsig si troveranno tanti altri spunti e riflessioni da potere utilizzare in classe, su temi filosofici – Pirsig è l’ideatore della Metafisica della Qualità – sul senso della spiritualità e altro ancora. Una lettura piacevole e di spessore.
La scuola non è un luogo rivolto a giovani privilegiati. Anzi, è il luogo per…
Il gup di Palermo Paolo Magro ha condannato a 11 anni e 4 mesi di…
In un istituto di Prato, come in molte scuole italiane, è scattato il divieto di…
Comprendere il funzionamento del cervello umano è essenziale per insegnare a gestire gli errori. La…
I Patti educativi di comunità sono accordi tra scuole, enti locali e realtà territoriali, volti…
Solamente il 22,8% dei ragazzi delle scuole superiori nel Paese del Sol Levante, il Giappone,…