Sembrava ormai fatta per Vincenzo Spadafora, deputato 5 Stelle, 44 anni, ex presidente dell’Unicef Italia e garante dei diritti dell’Infanzia, al Ministero dell’Istruzione, ma invece è tutto saltato.
In lunga volata, coinvolti anche esponenti della Lega, da Alberto Bagnai a Mario Pittoni, quello che è certo è che il dicastero di Viale Trastevere sembra ormai appannaggio del Movimento 5 Stelle: nelle ultime ore, in base quanto raccolto da La Tecnica della Scuola, è stato un derby tra Salvatore Giuliano, dirigente scolastico, ministro ombra designato da Luigi Di Maio in campagna elettorale e Vincenzo Spadafora.
Gli ultimi rumors davano il braccio destro del capo politico pentastellato in pole position, poi, però, tutto è cambiato e si è ritornati alla posizione di partenza. Salvatore Giuliano, 50 anni, dirigente scolastico dell’IISS Majorana di Brindisi, ideatore e capofila del progetto Book in Progress, si avvicina al Palazzo della Minerva meno di clamorose sorprese dell’ultim’ora (e sempre che il premier incaricato Giuseppe Conte sciolga la riserva).
Com’è saltata, però, la candidatura di Vincenzo Spadafora? In un interessante retroscena pubblicato dal Corriere della Sera, si parla di un veto di Alessandro Di Battista, ex deputato pentastellato in procinto di partire per un lungo soggiorno negli Usa (il 29 maggio), ma ancora molto coinvolto nelle vicende del Movimento.
In un incontro tenutosi presso un locale al Flaminio, zona nord di Roma, Di Battista ha esposto a Di Maio le perplessità su Spadafora al Miur: opinione, a detta del quotidiano, condivisa anche da altri esponenti pentastellati, in primis Beppe Grillo. Perché il veto su Spadafora? Il 44enne deputato campano ha una lunga storia politica alle spalle: da segretario del presidente dell’Udeur campano, Andrea Losco poi un passaggio alla segreteria di Francesco Rutelli fino ad arrivare a Italia Futura, il think thank di Luca Cordero di Montezemolo.
Che poi non avesse una laurea (come la Fedeli o lo stesso Di Maio), ma solo un diploma di maturità classica, non aveva molto importanza. Era molto più significativo il fatto di essere legato, così come segnala Il Fatto Quotidiano, ad Angelo Balducci, ex presidente del consiglio dei lavori pubblici, coinvolto in una brutta storia di appalti truccati per il G8 alla Maddalena.
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