Politica scolastica

Così la ministra Fedeli potrebbe mantenere l’incarico fino all’estate 2018

La legislatura volge ormai al termine. Le elezioni politiche si terranno nel 2018, ma c’è incertezza sulla data.

I partiti sono ormai tutti convinti che si possa andare alle urne la prima domenica di marzo (il 4), al più tardi due settimane dopo (il 18). In realtà la scadenza naturale della legislatura sarebbe a marzo con elezioni a maggio (non è escluso un election day con l’accorpamento alle elezioni regionali e comunali).

In realtà si spinge per un anticipo anche perché l’attività parlamentare dopo l’approvazione della Legge di Bilancio si andrà ad esaurire.

Nel discorso di Capodanno, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbe spiegare agli italiani perché ha sciolto le Camere o perché lo farà da lì a breve.

Lo scenario, però, è molto fluido. Con l’attuale legge elettorale (il Rosatellum) il rischio, concreto, è quello di trovare un Parlamento senza maggioranza. Il centrodestra, in base agli ultimi sondaggi, è dato favorito, ma rischia di non avere i numeri per governare al Senato. Il M5S, il primo partito in base al numero dei voti, rischierebbe di ritrovarsi a mani vuote, mentre il Partito Democratico, che si ritroverebbe con più deputati alla Camera, faticherebbe a trovare una sponda nel centrodestra.

Quello che in Spagna e in Germania è la prassi ormai da diversi mesi, potrebbe diventare realtà anche in Italia. Un regime di prorogatio come scrive Antonio Polito sul Corriere della Sera che porterebbe l’Italia a uno scenario possibile, ma inedito: una reggenza del governo Gentiloni (con tutti i ministri in carica, compresa la ministra Valeria Fedeli per l’Istruzione), in sella per il disbrigo degli affari correnti.

“Nel caso italiano non ci sarebbe neanche bisogno di dichiarare la prorogatio, visto che la Costituzione già prevede tutto. Quello che è importante, e a cui tiene molto il Quirinale, è che da qui alla fine della legislatura, un mese scarso, il governo non venga battuto in un voto di fiducia: ecco spiegato perché lo ius soli, privo di maggioranza, è andato in soffitta. E anche sul biotestamento ci si muoverà con prudenza, visto che dal mondo cattolico non è affatto venuto il via libera che l’ultimo discorso del Papa lasciava presagire”, scrive il vice direttore del Corriere della Sera

Dunque Gentiloni potrebbe rimanere in carica anche fino a giugno e oltre visto che il Capo dello Stato avvierà le consultazioni ad aprile (se le elezioni si tenessero marzo) con un esito tutt’altro che scontato. Possiamo presumere trattative lunghe e complesse, e calcolare ancora uno-due mesi di prorogatio. Il che ci porta a giugno. E non è escluso che Gentiloni possa durare anche oltre con un nuovo voto (ipotesi però non molto valida visto che i neoeletti difficilmente avrebbe voglia di rischiare il seggio appena conquistato).

Un fatto è certo: mentre tutto questo avviene, di un governo c’è bisogno.

Andrea Carlino

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