«I nostri figli non sono badanti o medici. I nostri figli sono troppo piccoli, non possono stare vicini a lui…».
Matteo allora è stato isolato, coi suoi genitori, e così è stato costretto a cambiare scuola. «Non potevo permettere altre umiliazioni a mio figlio e nemmeno noi le meritiamo – dice adesso il papà di Matteo, che fa l’operaio – Abbiamo deciso di cambiare scuola tra enormi difficoltà. Questa storia, però, va chiarita. Per mio figlio, per noi e per chi si trova nelle nostre stesse condizioni».
{loadposition libro-bes}
Tuttavia, scrive Il Secolo XIX, a creare il vuoto attorno a Matteo sono i genitori dei suoi amichetti. Quando a casa il racconto di un bambino per un abbraccio troppo energico si trasforma in maltrattamento. Una parolaccia in una catastrofe senza rimedio. E proprio quei genitori scrivono alla scuola, all’insaputa di papà e mamma di Matteo.
C’è attesa nelle scuole primarie per l’emanazione dell’ordinanza del Ministro dell’Istruzione e del Merito che…
La legge di bilancio 2025 ha superato l'esame della "Camera dei deputati", adesso è al…
L’escalation di atti di violenza e bullismo a scuola prodotti dagli studenti non sembra fermarsi…
Gli studenti napoletani dell’Isis Archimede di Ponticelli, invitati a partecipare a Venezia al Gran Ballo storico…
I quesiti delle Prove Invalsi sono utili per esercitarsi in matematica nella scuola secondaria perché…
In qualità di Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, accogliamo con favore l’annuncio del Ministro dell’Istruzione…