I conflitti? Ad ogni piè sospinto, ma il punto di fondo sta a non farli diventare contenziosi fino al limite più estremo, bensì a saperli gestire e a risolverli in maniera pacifica. Come?
A questo domanda, ma non solo, risponde Maria Martello, che proprio della mediazione dei conflitti è formatrice, nonché già docente di Psicologia dei rapporti interpersonali all’università Ca’ Foscari di Venezia, con un ponderoso testo pubblicato per l’editrice San Paolo, “Costruire relazioni intelligenti. A relazionarsi si impara ma nessuno lo insegna”.
Obiettivo del libro è allora quello di facilitare il compito fondamentale per il benessere di ciascuno: diventare competenti nel rapporto con noi stessi, con gli altri e con il mondo, applicando i principi della Mediazione dei conflitti secondo un modello filosofico-umanistico di cui Martello ha delineato i presupposti teorici e le linee operative.
Intanto, precisa l’autrice, questo libro non è per “specialisti” del conflitto ma anche e soprattutto per normali vittime di conflitti, su cui tutti inciampiamo, per risolvere i quali basta acquisire le competenze idonee, come questo libro intende fare, nella convinzione che più persone si appropriano di pensieri nuovi e più concreti ed evoluti e più tutti ne traiamo beneficio.
Infatti l’educazione tradizionalmente impartita pone due alternative al conflitto: soffocarlo, ma col rischio di lasciare rancori e sensi di colpa o reagire anche in maniera violenta. Esiste tuttavia una terza via, quella proposta in questo libro, e che, secondo l’autrice, dovrebbe essere inserita nel normale curriculum di tutte le scuole, dalla primarie all’università: la Mediazione.
“Il senso vero della Mediazione sta nel vedere il conflitto come qualcosa di connaturato alla natura umana, ma anche come lo strato più superficiale di qualcos’altro da scoprire. In questo senso, il conflitto è davvero una risorsa, una grande occasione di conoscenza di sé e dell’altro, un mezzo per dare un senso e una qualità alle nostre vicende personali e professionali. E da qui partire per trovare le risoluzioni. Occorre quindi imparare le regole per gestirlo”.
Le prime due parti del volume illustrano cosa rappresenta il conflitto per gli esseri umani e cosa significa intraprendere la via della mediazione, portando la cultura di questa tecnica di al di fuori delle aule specialistiche e mettendola a disposizione di chiunque desideri scoprire o affinare le proprie competenze relazionali.
La terza parte offre invece un ricco e multidisciplinare laboratorio di attività (da seguire anche in gruppo) per acquisire e allenare le competenze necessarie a gestire i piccoli e grandi conflitti che incontriamo ogni giorno in famiglia, a scuola, nel mondo del lavoro.
Ma può diventare anche, sia una risposta alla necessità di una leadership, sia un modo per alleggerire il sovraccarico di procedimenti giudiziari in numero sempre crescente, dovuti proprio alla mancanza di una adeguata formazione di base alla educazione alla relazione interpersonale.
Il volume si rivolge quindi ad pubblico plurale, oltre le distinzioni di età, ruolo o professione.
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