Quello che segue è un appello indirizzato alla Ministra dell’Istruzione da educatori, dirigenti scolastici, agenzie educative, da chi tutti i giorni lavora attivamente accanto ai ragazzi nelle scuole in tutta Italia, per una alleanza organica tra istruzione e educazione, tra funzione didattica e relazione educativa, scuola, comunità educante territoriale e agenzie educative.
Gent.ma Ministra Prof.ssa Azzolina,
ci sentiamo come Lei anche noi interpellati e impegnati a garantire la migliore scuola possibile per i nostri studenti. Sia nella presente emergenza sanitaria, così da concludere nel modo più proficuo l’anno scolastico, sia nel prospettare soluzioni nuove e adatte a questi tempi, per la ripresa del prossimo anno scolastico.
Queste settimane difficili ma al tempo stesso assai creative, che hanno visto tanti Istituti scolastici, tanti insegnanti e tanti educatori alle prese con un nuovo modo di sperimentare nuove modalità di rapporto con i propri alunni, hanno reso ancora più evidente, noi crediamo, il senso ultimo e profondo della scuola, che consiste in una progressiva maturazione fatta di apprendimenti verificati e di relazioni significative: i primi sempre più connessi con un mondo in trasformazione e le seconde attente alle caratteristiche personali di ciascuno studente. Affinché tutti possano sviluppare le competenze necessarie a divenire cittadini consapevoli e riflessivi, a partire dalle loro attitudini e capacità. A noi pare che questa emergenza abbia portato alla luce i due binari che devono caratterizzare il percorso della locomotiva-scuola di domani: il binario della didattica e quello della relazione educativa, ponendo sempre al centro di tutto il ragazzo e la ragazza che crescono, con le loro grandi potenzialità che attendono di essere scoperte e valorizzate. Due livelli, questi, che devono armonizzarsi in ogni proposta, in ogni momento e spazio della scuola.
Riteniamo inoltre che questa prospettiva, pur valida per ogni ordine di scuola a partire dalla prima infanzia, sia determinante per la scuola del primo ciclo, che accoglie gli adolescenti nel loro più delicato periodo di sviluppo emotivo, intellettivo e morale.
Da quando è cominciata l’emergenza sanitaria che ha determinato la chiusura delle scuole, molti istituti scolastici hanno interpellato le loro agenzie educative di riferimento per ricevere sostegno nel tenere alta l’attenzione dei ragazzi, la loro motivazione, per incoraggiare e accompagnare i nuovi processi di apprendimento. Abbiamo così potuto sperimentare una sempre più proficua collaborazione tra insegnanti, genitori ed educatori che ha permesso di raggiungere e mantenere i rapporti quasi con tutti gli studenti, anche con quelli più fragili, che prima del lockdown erano fortemente a rischio dispersione. Questo metodo di lavoro che vede in atto una sinergia tra il mondo della scuola e la più ampia comunità educante nella quale è inserito, è stato d’altra parte efficacemente sperimentato in questi ultimi cinque anni mediante le numerose progettazioni scaturite dal Fondo nazionale sulla Povertà Educativa, promosso dalle Fondazioni di origine bancaria e gestito dall’impresa sociale Con i bambini, e ci pare già maturo il tempo per giungere ad una stabilizzazione delle migliori prassi.
Le scriviamo perciò ora, in questa fase in cui si cominciano a raccogliere le priorità che andranno a costituire l’ipotesi di scuola per i prossimi anni scolastici, perché si possa continuare a lavorare con questo stile aperto e inclusivo. L’analisi attenta della situazione, e il coinvolgimento attivo dei ragazzi stessi in questo periodo eccezionale mette in evidenza la necessità di intervenire anche su altri aspetti per la riapertura delle scuole, dalla distribuzione degli spazi e degli orari, alla dotazione/formazione digitale, fino alla definizione di un codice deontologico per tutti gli operatori della scuola e non ultimo alle retribuzioni degli insegnanti e altri ancora.
A noi sembra che tra queste urgenze debba essere prevista una organica integrazione, in particolare nella scuola del primo ciclo, degli approcci didattici ed educativi, ottenuta sia mediante una opportuna formazione del corpo docente e sia attingendo alle risorse presenti negli enti con vocazione educativa, offrendo alle scuole la possibilità di formalizzare accordi organici e duraturi con agenzie educative del Terzo Settore. Le fragilità, tutte le possibili fragilità con le necessarie cure educative che le accompagnano, non possono più essere considerate solo “emergenze” che ostacolano il normale corso degli eventi ma devono essere considerate parte positiva e strutturale di tutti i processi, di tutti i percorsi di vita.
Tutto ciò è quanto mai necessario, affinché non vada disperso il patrimonio d’iniziative che in molte zone del Paese sta rafforzando quella “comunità educante” di cui la scuola è parte fondamentale.
Disponibili per avviare un dialogo e per ogni approfondimento.
primi firmatari
Don Antonio Mazzi e Franco Taverna
Fondazione Exodus onlus
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