Lo ha ribadito il commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, il quale, in un’audizione della commissione Bilancio del Senato, ha affermato: “nella mia proposta non c’è alcuna riduzione per l’istruzione e la cultura”.
E questa è una buona notizia, benchè rimanga di capire da quale punto di vista osserva il commissario straordinario per la spending review.
Se infatti si ridicesse di un anno la secondaria di secondo grado, così come tante sperimentazioni in corso in molti istituti italiani vanno dimostrando, non si toglierebbero soldi alla scuola, perché in effetti dal punto di vista dei finanziamenti non vedremmo sottrazioni di risorse. Vedremmo semmai sottrazioni di personale che per certi versi corrisponde all’ida che si ha di “razionalizzazione” della pubblica amministrazione. Il Leitmotiv più comune è infatti quello di contrarre la grande pletora di impiegati che affollano, spesso inutilmente, gli uffici dello stato sottraendo risorse giudicate importanti.
Con eguale punto di vista, nessun taglio cioè alla scuola e all’istruzione, se si aumentassero le ore di docenza da 18 ore a settimana a 2i o a 24: quale tagli ci sarebbe infatti alle rimesse cash per il Miur?
Ecco, da quale punto di vista guarda Cottarelli? E’ questo ciò che non abbiamo capito nelle sue parole
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