Parte in salita il compito di Carlo Cottarelli di formare un governo tecnico, in modo da varare una legge di bilancio ‘light’ e consentire il voto subito dopo, a ottobre. “Stiamo approfondendo alcune questioni sulla lista dei ministri, ma non ci vorrà molto”, aveva detto martedì 29 entrando alla Camera.
Fatto sta che la lista dei ministri che gli ha chiesto il Capo dello Stato non è ancora pronta: ventiquattrore non sono bastate. Quindi, l’ex commissario alla spending review si ripresenterà al Colle la mattina del 30 maggio. Intanto, però, nell’ambiente politico si allargano le critiche verso il suo operato. Facendo crescere le quotazioni dello scenario che porta allo scioglimento immediato delle Camere e alle elezioni a fine luglio (un periodo inusuale, anzi senza precedenti nella storia della Repubblica).
“Cottarelli – ha commentato a Napoli il leader politico del M5S mentre la folla urlava ‘voto, voto’ – è andato al Quirinale di nuovo e se ne è tornato: non c’è stato un solo gruppo parlamentare che ha detto che lo sostiene, perché tutti sanno che se fanno partire un altro governo tecnico non prendono zero ma meno dieci, meno venti”.
“Mattarella si preso la responsabilità di dire che non parte un governo che rappresenta 17 milioni di elettori e la maggioranza di deputati e senatori perchè preferisce chiamare Cottarelli che ha lavorato per il Fondo monetario europeo, e lo dico senza nessun rancore, e non ha problemi economici visto che ha una pensione di 18 mila euro al mese”, gli fa eco Matteo Salvini, leader della Lega a ‘Di Martedì’, su La7
Scettico si dice pure Pier Luigi Bersani (LeU), anche lui a ‘Di Martedì’, su La7: “Vedremo se Cottarelli troverà questi ministri tecnici perchè immagino non sia facile per lui trovare persone che accettino tutte le incompatibilità che prevede la carica di ministro per una missione che dura qualche settimana qualche mese. Quindi aspettiamo domani”, ha detto l’ex leader democratico.
Nel frattempo, la ‘crisi politica senza fine’ dell’Italia continua a occupare le pagine dei principali media internazionali che a questo momento delicato dedicano articoli ed approfondimenti, con un’attenzione particolare ai mercati.
‘Cottarelli inciampa, l’Italia verso le elezioni a luglio’, è il titolo dell’agenzia Bloomberg sull’uscita da Quirinale del premier incaricato senza dichiarazioni né lista dei ministri.
‘La crisi in Italia colpisce i mercati europei’, è l’analisi economica della Bbc, mentre il Financial Times apre la sua edizione online con l’avvertimento del governatore Ignazio Visco.
Il Daily Telegraph pubblica sulla home page del suo sito una vignetta che ritrae due persone intente a cucinare degli spaghetti. “Se vuoi la pasta al dente, basta tenerla in cottura per la durata di un governo italiano”, è il commento sarcastico del quotidiano conservatore.
Per un editoriale di Le Monde, la crisi politica italiana è “un ingranaggio infernale” e la mossa del presidente Sergio Mattarella di affidare a un “ex economista dell’Fmi” il compito di formare un governo rischia di “alimentare l’euroscetticismo presente nel Paese”.
Stesso copione su Le Figaro, che sottolinea come l’Italia sia “incastrata in una crisi politica senza precedenti”.
Forti critiche giungono anche dal Codacons. L’associazione ha calcolato che il blocco di governo politico costerà agli italiani “1,2 miliardi di euro nel 2018 solo per costi della politica, tra blocco del Parlamento e spese organizzative delle elezioni”.
Il Codacons rivolge “un appello al Presidente della Repubblica Mattarella e ai leader di Lega e M5S Salvini e Di Maio affinché si eviti l’ennesimo sperpero di soldi pubblici a danno della collettività” chiedendo “di trovare un accordo per la formazione di un governo politico, affidando l’incarico a Conte o ad altro Premier ed individuando un soggetto diverso da Paolo Savona per l’Economia, in modo da attuare il contratto di Governo siglato dai due partiti evitando inutili spese agli italiani”.
Tra i social, infine, spuntano molti docenti e Ata infuriati per la scelta fatta da Matterella: intravedono in questa decisione, un possibile periodo di stallo.
Facendo scivolare avanti nel tempo, di diversi mesi, forse quasi un anno, le auspicate modifiche alla Legge 107 introdotte dal Governo Renzi e l’uscita anticipata dal lavoro, magari attraverso l’approvazione di quota 100.
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