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Covid, 10 Regioni passano in rosso: addio concorsi docenti, non rimane che assumere per titoli e servizi

Il nuovo innalzamento dei contagi da Covid-19 dovuto agli effetti delle varianti ha costretto il Governo ha portare almeno dieci Regioni nella modalità “rossa”: significa che per un periodo di tempo ancora da definire – almeno un paio di settimane – le attività, scuola compresa, che passerà alla DaD, subiranno un rallentamento importante. Anche chi sperava nello svolgimento dei concorsi ordinari della scuola, che avrebbero dovuto portare in cattedra il prossimo settembre almeno una parte degli 80 mila vincitori, si dovrà ricredere.

Tempi già stretti, la pandemia li allunga

Il tempo medio per lo svolgimento di un concorso a cattedra, a causa soprattutto della macchina burocratica su cui poggiano, è difficilmente inferiore agli otto-dieci mesi.

In queste condizioni, quindi, possiamo dare per certo che non si farà in tempo a concludere le operazioni delle procedure concorsuali ordinarie per fine estate.

Il rischio delle prove suppletive per il riservato

Forse, suppletive permettendo, si potrà sperare di vedere realizzate le graduatorie finali del concorso riservato della scuola secondaria, con 32 mila posti da assegnare. Ma anche in questo caso, non è detto che i rallentamenti per le correzioni da svolgere on line siano compatibili con le esigenze di assumere a tempo indeterminato entro una manciata di mesi.

A rendere ancora più complicato tutto, sempre per il concorso straordinario, ci sono poi i tanti ricorsi in atto, con i tribunali che stanno dando ragione agli aspiranti prof che non si sono potuti presentati perché bloccati dal Covid ed hanno chiesto di partecipare: una circostanza che potrebbe essere motivo di ulteriori rinvii della procedura finale.

Pittoni (Lega): impossibile che i concorsi si concludano

A pensarla così è anche il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura: parlando delle selezioni ordinarie ha detto che “è materialmente impossibile che tali concorsi si concludano in tempo utile”.

Quindi, ha detto Pittoni, “non produrrebbe alcun effetto positivo sul prossimo anno scolastico procedere subito con i concorsi ordinari per primaria, infanzia e secondaria”.

Con il risultato, ha continuato il senatore vicino a Matteo Salvini, che “ancora una volta e nel momento più delicato nella storia della scuola italiana, si avrebbero decine di migliaia di nomine di supplenti, con tutte le conseguenze negative che il fenomeno comporta”.

Un modello che adottò pure Mattarella

Pittoni, quindi, ripropone il suo disegno di legge che il M5s e l’allora ministra Lucia Azzolina non hanno mai voluto prendere in considerazione. Un ddl che si ispira alla procedura che a fine anni Novanta portò l’allora ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella, oggi Capo dello Stato, ad autorizzare l’immissione in ruolo dei docenti con selezioni derivanti da procedure basate sulla valutazione di titoli e servizi.

Una possibilità, del resto, che la stessa Unione europea ha più volte definito fattibile. Ed ora ampiamente giustificata dallo stato di emergenza pandemica e dall’elevato numero di cattedre vacanti, che sul sostegno superano le 100 mila unità.

L’unico modo per evitare il boom di supplenze

Con più di 213 mila supplenze stipulate quest’anno e ancora di più probabilmente il prossimo, il leghista è convinto che bisogna “coprire immediatamente i posti oltre che con le procedure in atto (se si fa in tempo e ne sarà confermata la correttezza) e graduatorie di merito e graduatorie ad esaurimento già esistenti, ricorrendo a soluzioni straordinarie quali quelle previste nel mio ddl 1920”.

Per i concorsi c’è tempo

“Solo successivamente, in tempi più distesi”, si dovrebbe pensare ai “concorsi ordinari, cui ovviamente dovrebbe essere assicurato lo stesso numero di posti messi già a bando, con l’allargamento – ha concluso Pittoni – dell’arco temporale di almeno un biennio”.

Alessandro Giuliani

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