I dati sui risultati scolastici dei bambini e sulla diffusione del Covid19 hanno portato ad una maggiore consapevolezza del problema: oggi molti esperti di salute pubblica e di istruzione riconoscono che la chiusura prolungata delle scuole non ha fermato in modo significativo la diffusione del Covid, mentre i danni accademici per i bambini sono stati grandi e duraturi.
Sebbene anche la povertà e altri fattori abbiano giocato un ruolo, le ricerche svolte in diverse aree nord americane, di cui diverse rese note proprio in questi giorni, hanno dimostrato che l’apprendimento a distanza è stato un fattore chiave del calo medio dei punteggi in matematica, dalla terza elementare all’ottava (scuola media in Italia). Le variazioni di punteggio sono state misurate dal 2019 al 2022.
Secondo un’analisi del New York Times sui dati relativi alla chiusura delle scuole e sui risultati del National Assessment of Educational Progress, un esame somministrato a un campione nazionale di studenti di quarta primaria e terza media, nell’anno scolastico 2020-21, ha dimostrato che una maggiore quantità di tempo dedicata all’istruzione remota o ibrida è stata associata a un maggiore calo dei punteggi nei test.
Anche a livello di distretti scolastici questo risultato sembra essere confermato, in base ad un’analisi dei punteggi dei test, condotta da ricercatori di Stanford e Harvard.
Per quanto riguarda i problemi di disciplina, sta emergendo che le scuole di New York sono alle prese con un’impennata di problemi disciplinari tra i bambini, a riprova del fatto che i disagi causati dalla pandemia stanno avendo effetti persistenti, secondo educatori ed esperti.
Un secondo fattore associato al declino accademico durante la pandemia è stato il livello di povertà della comunità, infatti i distretti più poveri hanno registrato perdite più consistenti.
Secondo la ricerca di Stanford e Harvard, anche altri fattori sono stati associati a risultati peggiori per gli studenti, tra cui l’aumento dell’ansia e della depressione tra gli adulti nella vita dei bambini e la restrizione generale dell’attività sociale in una comunità.
L’INDIRE ha svolto diverse ricerche sugli effetti della pandemia, nello stesso arco di tempo di quelli svolti negli USA, coinvolgendo i docenti di scuola primaria e secondaria.
L’indagine più recente, svolta da INDIRE tramite un questionario somministrato nel periodo marzo-giugno 2021 che ha coinvolto 2.546 docenti di scuole statali primarie, di primo e di secondo grado, ha confermato che in Italia, la chiusura prolungata delle scuole a causa della pandemia ha avuto un impatto fortemente negativo sugli studenti ampliando le lacune già presenti nel sistema scolastico italiano.
Il fenomeno del learning loss, cioè la perdita dei livelli di competenze negli studenti dovuta all’interruzione dei percorsi di apprendimento per un periodo prolungato di tempo, ha fatto emergere un divario territoriale già esistente. In Italia punto di riferimento sono stati gli esiti Invalsi e emerge un effetto sistematico di perdita nell’apprendimento dovuto alla pandemia, mentre non sembra essere rilevato un aumento delle disuguaglianze sociali. Nelle prove Invalsi del 2023, sebbene vi sia stato un miglioramento medio rispetto ai dati in piena fase pandemica, è emerso come restino problematici i divari sociali e territoriali.
Primo tra tutti proprio le disuguaglianze tra gli alunni: è esplosa la disparità chi aveva alle spalle una famiglia in grado di supportare il lavoro della scuola e chi no; anche la disponibilità di un luogo tranquillo dove studiare e di dispositivi digitali ha fatto la differenza.
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