Il lockdown è stato troppo lungo, ricordiamoci che a maggio si è deciso di continuare la chiusura delle scuole e questo è stato un errore.
Lo scrive sui social Matteo Bassetti, professore Ordinario dell’Università di Genova e Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino.
Bassetti, uno dei tanti protagonisti del dibattito nato intorno alle misure per il contrasto alla pandemia da Covid-19, torna sulla questione, e critica in parte le restrizioni introdotte dall’allora Governo Conte.
“Credo che a marzo 2020 il lockdown fosse l’unica soluzione possibile limitando la circolazione delle persone e quindi anche quella del virus. In quel momento fu la soluzione presa dall’Italia, ma dopo anche da tutti gli altri, dalla Spagna alla Francia”. Si poteva fare in maniera diversa all’inizio? Probabilmente no, ma dopo sì”.
E a questo punto cita la scuola, considerando un errore la chiusura da maggio in poi. Ricordiamo infatti che le istituzioni scolastiche non hanno più riaperto, fino alla conclusione dell’a.s. 2019/2020. E anche l’anno scolastico successivo la didattica si è svolta per alcuni mesi a distanza.
“Abbiamo visto – continua Bassetti – che il lockdown con il coprifuoco, e poi le zone rosse, quelle gialle e le arancioni, sono state una declinazione della lettura della pandemia che non mi ha visto concorde su come agire. Se sono dell’idea che quel 9 marzo 2020 non potevamo fare altrimenti credo invece che nel prosieguo siamo stati chiusi troppo a lungo. Il lockdown è uno strumento che, per quanto barbaro, era l’unico modo per limitare la circolazione delle persone. Ma la Pasqua fatta tutti in casa o i divieti per Natale del 2020: ecco questo si poteva fare diversamente“.
E conclude: “Quelle terribili due settimane di fine febbraio e inizio marzo portarono a una decisione presa anche al buio ma non c’era una soluzione diversa che quella di dire di restare a casa“.
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