Decelerazione dei contagi da Covid-19, lo dicono in conferenza stampa il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, commentando l’ultimo report sull’analisi epidemiologica di Covid-19 in Italia, su cui abbiamo discusso in un articolo precedente. Il che significa non che i contagi diminuiscano ma che crescano con minore velocità rispetto a prima.
Parole rassicuranti che rivelano che le misure prese dall’ultimo Dpcm e che hanno diviso l’Italia nelle tre aree gialla, arancione e rossa in qualche modo stanno funzionando, sebbene siano a regime da appena una settimana.
Sostanzialmente la curva cresce in modo meno veloce, poiché l’Rt ha mostrato un rallentamento nella sua crescita. Da un lato quindi, ci spiega Brusaferro, si riduce la crescita rapidissima dei casi, dall’altro dobbiamo portare l’Rt sotto a 1 per rallentare il contagio in modo significativo. A livello italiano, infatti, l’Rt è ancora attorno a 1.7 (entro uno scenario 3), e in alcuni casi alcune regioni sfiorano o superano il valore 2, una situazione da attenzionare in modo particolare.
E continua spiegando, il Presidente dell’ISS, il concetto di resilienza ovvero l’impatto dell’epidemia sui nostri servizi sanitari, un impatto che si manifesta su due livelli, quello dei ricoveri in terapia intensiva e quello dei ricoveri in area medica. In altre parole la curva sta crescendo in modo importante, raggiungendo livelli critici specie in alcune regioni italiane.
Soglie critiche rispetto alla capacità di far fronte a tutto il bisogno di salute. Se tale soglia diventa superiore al 30% significa che i letti eccedenti diventano meno disponibili per i bisogni di assistenza della popolazione su altri fronti che non sono il Covid, anche rispetto agli interventi già programmati.
Altri dati interessanti: in Italia il virus in età mediana è in leggera crescita, si va verso i 50 anni. Parallelamente l’età over 70 comincia ad avere un numero crescente di casi.
Un tema importante quello dell’attenzione alle persone fragili perché una parte significativa delle complicanze più complesse e degli esiti più infausti toccano queste categorie.
In linea generale, la situazione si sta complessificando perché il sistema sanitario è messo a dura prova, messa in crisi cioè la resilienza del sistema e dei territori.
La maggior parte delle regioni sono a rischio alto o moderato con tendenza a diventare alto. Necessarie non solo misure individuali ma anche sociali, per rallentare la circolazione del virus.
Raccomandazione: le triade del distanziamento, mascherina e igiene delle mani.
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