L’emergenza sanitaria, specie in quelle realtà che hanno disciplinato misure restrittive assai rigide, torna a far parlare di sé, specie in ambienti delicati ed a alto rischio di contagio come ospedali e scuole pubbliche. L’Australia, nota a livello globale per le restrizioni applicate ai viaggiatori in arrivo, alle chiusure regolamentate delle attività commerciali, scuole, centri culturali e teatri, nonché per la sua disciplinata campagna di vaccinazione, si è liberata con enormi difficoltà ed elevato numero di decessi dall’emergenza sanitaria, tornando a navigare a vista.
Nelle scuole, specie quelle elementari e medie che vedono un grande numero di affluenza – responsabilità della chiusura dei plessi succursali e rurali come denunciato da The Guardian – che preoccupa le istituzioni, l’emergenza sanitaria torna a far parlare di sé. In numerose scuole di Sydney le misure sono tornate al centro del dibattito politico locale, tanto che alcune aziende ospedaliere hanno ristabilito il grado di massima allerta circa l’arrivo di alcuni pazienti critici affetti dalla patologia, specie in quei distretti che presentano sul proprio territorio focolai e plessi scolastici chiusi per un numero elevato di studenti (e docenti) risultati positivi ai test in loco. Il Governatore regionale ha disposto un grado di allerta per ora media, ma il rischio di una nuova fase preoccupa concretamente il sistema sanitario ed il tessuto economico per via dell’importante stress subito durante lo scorso triennio.
Quasi una dozzina di scuole pubbliche sono tornate all’apprendimento a distanza questa settimana tra le epidemie di COVID-19 che hanno anche spinto un campus di Sydney a ripristinare un mandato temporaneo per la mascherina nelle aree comuni degli istituti e nelle rispettive prossimità. A centinaia di studenti degli anni 9, 10 e 11 della Liverpool Girls High School è stato detto di seguire le lezioni da casa, mentre la scuola ha annunciato che le maschere sarebbero state obbligatorie per alunni e insegnanti nel cortile della scuola per diversi mesi sino a cessato rischio. Circa il 20% del personale docente della scuola superiore ha contratto il COVID o è assente dal lavoro con sintomi riconducibili alla patologia, costringendo gli studenti della scuola secondaria a tornare all’apprendimento online per alcuni giorni. Un portavoce del Dipartimento dell’Istruzione del NSW ha affermato che la carenza di insegnanti è stata un fattore nella decisione di trasferire alcuni gruppi annuali di studenti direttamente in DAD.
“Stiamo lavorando duramente per arrivare alla causa principale della crisi per garantire che le interruzioni siano ridotte al minimo”, hanno affermato in un comunicato pubblico. “La decisione di tornare alle misure di sicurezza COVID in una scuola viene presa dopo un’approfondita valutazione del rischio con il benessere e la sicurezza degli studenti e del personale la nostra considerazione chiave. “Sappiamo che il posto migliore per i nostri studenti è l’aula.” L’apprendimento da casa viene utilizzato per un breve periodo di tempo quando l’aumento dei casi ha un impatto su un gran numero di personale e studenti, per tutto il personale, studenti e visitatori per cinque giorni a partire dal 16 maggio scorso. La Cammeray Public School a nord della città ha trasferito alcuni studenti all’apprendimento a distanza per una settimana, mentre diverse scuole nel centro-ovest dello stato, tra cui Orange High School, Martindale Public, Parkes High e Yawarra Community School hanno anche chiesto agli studenti di seguire le lezioni in DAD per un quarto di mese corrente.
Le recenti dichiarazioni dell’OMS circa il cessato rischio pandemico hanno rincuorato un sistema sanitario uscito vincente ma in evidente stato di stress ed uno educativo costretto a fare i conti con gli effetti prolungati della DAD su competenze, conoscenze e capacità di apprendimento della stragrande maggioranza degli studenti. Il Ministero della Salute, nel suo consueto bollettino settimanale corrente, ha scritto che “l’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da SARS-CoV-2 in Italia è in lieve diminuzione rispetto alla precedente settimana di monitoraggio. È complessivamente basso l’impatto sugli ospedali, con un tasso di occupazione dei posti letto in lieve diminuzione sia nelle aree mediche sia nelle terapie intensive.”
In ogni caso, nonostante i dati positivi lascino pensare ad un rischio pressoché cessato, il Ministero raccomanda, specie in aula e presso gli ospedali e case di cura, “per le persone a maggior rischio di sviluppare una malattia grave in seguito a infezione da SARS-CoV-2, di continuare ad adottare le misure comportamentali individuali e collettive previste e/o raccomandate, l’uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e ponendo attenzione alle situazioni di assembramento.” Per le scuole, al momento, non risulta prevista l’adozione di ulteriori misure restrittive dato il corrente rischio epidemiologico basso. Alcune, individualmente, continuano ad adottare l’utilizzo della segnaletica orizzontale e, durante le endemie influenzali invernali, l’uso della mascherina nelle aree comuni.
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