Le recenti evoluzioni in senso all’egente virale confermano che quest’ultimo è entrato nella fase pre-endemica, che prevede l’inserimento consueto del patogeno all’interno dei consueti agenti eziologici che combattiamo durante le stagioni più complesse dell’anno a livello climatico e non solo. Tale nuova consapevolezza sta facendo sì che gli esecutivi e i Dipartimenti per la salute a livello locale europeo stiano proponendo alla popolazione un progressivo dietrofront ed aggiustamento delle misure proporzionalmente al reale rischio pandemico e di mortalità associato al nemico invisibile.
Anche le realtà nazionali, come Austria, Francia e Germania che hanno proposto l’applicazione di misure severe circa l’adozione di quarantene, isolamenti e Certificazione Verde COVID-19 stanno proponendo misure via via sempre più soft o leggere per arginare il rischio pandemico in funzione di un progressivo e graduale ritorno alla vita sociale, lavorativa e formativa a pieno regime. Per quanto concerne quarantene e disposizioni all’interno delle classi, il numero di positivi necessario affinché le lezioni vengano intrattenute a distanza subisce, con le emanazioni a livello locale, un progressivo aumento.
Nel Vecchio Continente l’abbandono delle misure procede con gradualità; Londra, ancora una volta sulle tappe del Freedom Day scattato il 19 luglio scorso, è pronta ad abbandonare definitivamente le misure anti-contagio già dal 21 febbraio prossimo. La Francia, dal canto suo, punta alla revoca della Certificazione Verde COVID-19 in breve tempo, preparandosi ad un vero e graduale ritorno alla normalità previsto per la primavera a venire. La spinta per un ritorno fattivo alla normalità, con gli strascichi di varie crisi annesse, in primis quella economica e finanziaria, è in arrivo anche dalle realtà oltreoceano: presso New York si dirà addio alle mascherine al chiuso già dall’inizio del prossimo mese.
Il Regno Unito, in funzione dell’annullamento progressivo delle restrizioni e dell’abbattimento della curva pandemica, è stato pronto alla soppressione dell’obbligo delle mascherine e delle annesse misure, tra cui la revisione della quarantena per i casi positivi, i cui pazienti potranno tornare a circolare liberamente; tutte tali impostazioni risiedono nella concezione di una patologia non dal gusto pandemico, ma endemico.
La nuova fase endemica va ad interessare quelle norme in vigore negli ambienti scolastici e di formazione generale; a rappresentare i due punti focali su cui strutturare le nuove regole sono i contatti stretti con individui accertati come positivi e l’annoso mantenimento delle disposizioni anti-contagio come mascherina e distanziamento. Alcune realtà europee, come Regno Unito e Irlanda si avviano ad eliminare tali obblighi, lasciando pieno diritto di scegliere a studenti, insegnanti e personale scolastico se indossare o meno i dispositivi di protezione delle vie aeree.
Per quanto concerne quarantene ed isolamento, non è più necessario alcuna di queste due precedenti misure se i positivi per classe, in media europea, non ammontano a più di 3 studenti o studentesse. Si è consapevoli oramai di come la DAD abbia avuto negativa influenza sulle pratiche di studio, apprendimento ed erudizione di studenti e studentesse negli ultimi due anni caratterizzati dall’emergenza sanitaria.
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