“La recente decisione di permettere alle persone contagiate dal SARS-CoV-2 di tornare a scuola e in ufficio o di salire su un treno o un aereo dopo 5 giorni dal primo tampone positivo, senza la necessità di verificarne la negatività con un test e, apparentemente, anche in presenza di sintomi, va oltre il superamento dell’emergenza e rischia non solo di far aumentare contagi e decessi ma anche di far passare il messaggio che ormai è tutto alle nostre spalle e che non è più necessario neppure quel comportamento responsabile che abbiamo tanto invocato dopo la fine delle restrizioni“.
Queste le parole della dottoressa Antonella Viola, nell’editoriale pubblicato oggi su La Stampa, riprese dalla stessa immunologa sul proprio profilo Facebook.
La dottoressa si riferisce all’annunciato decreto legge che potrebbe eliminare l’obbligo di effettuare ed esibire un tampone negativo per poter rientrare alla vita sociale dopo i 5 giorni di isolamento per via della positività al Covid-19. Almeno, pare, solo per gli asintomatici.
“La narrazione che sta passando in questi giorni – continua l’immunologa – sostiene che la pandemia sia ormai finita e che il virus sia divenuto endemico e quindi non sia più necessario occuparsene. Ma è davvero così? In realtà, a meno che un virus non scompaia improvvisamente, non è facile definire il passaggio da una situazione di pandemia ad una di endemia. Secondo gli epidemiologi, un’infezione è endemica quando il suo andamento è costante in una determinata regione geografica o quando è possibile fare delle previsioni accurate sull’andamento dei contagi, come accade per l’influenza stagionale. Non è quindi la gravità della malattia che fa la differenza tra una pandemia ed una endemia: malattie endemiche sono la malaria e la tubercolosi, responsabili nel complesso di circa 2,2 milioni di morti ogni anno. Sostenere quindi che il Covid19 non sia più un problema perché il virus è ormai diventato endemico è una enorme sciocchezza. E lo è sia perché endemico non vuol dire poco pericoloso, come ci dimostrano malaria e tubercolosi, ma anche perché in realtà è davvero troppo presto per poter considerare consolidato e prevedibile il comportamento del SARS-CoV-2″.
“La fine della pandemia – conclude Antonella Viola – è stata quindi una decisione politica, non scientifica. E questa decisione può costarci molto cara perché rischia di far aumentare il numero di morti e di pazienti ricoverati negli ospedali e di farci travolgere da nuove ondate o, nello scenario peggiore, da una nuova variante“.
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