Allargare lo smart working nella pubblica amministrazione e permettere lo svolgimento dei concorsi poiché organizzati garantendo la sicurezza dei partecipanti: è questa la linea seguita dal Governo, con il Dpcm firmato nella notte dal premier Giuseppe Conte, per i lavoratori di ruolo e per i candidati diventarvi attraverso le procedure concorsuali. A spiegare i motivi delle scelte prese dall’Esecutivo è la ministra per la PA Fabiana Dadone. Il fatto che i contagi accertati di Covid-19 si siano incrementati di oltre 21 mila unità nell’ultimo giorno, con un tasso di positività al virus schizzato al 13%, non sembra preoccupare la numero uno di Palazzo Vidoni.
Con un post su Facebook, la titolare della Funzione Pubblica, spiega che quelle approvate con il Dpcm del 24 ottobre “sono regole dure, difficili da imporre e noi, come Governo”, ma “le abbiamo attentamente ponderate prima di decidere. I numeri del contagio, però, non ci lasciano grandi margini. Bisogna frenare il virus e la protezione della salute è la prima misura a difesa dell’economia che possiamo prendere”.
“Proporzionalità e adeguatezza sono le stelle polari che ci guidano, ma naturalmente sono in arrivo ristori rapidi ed efficaci a favore di tutte quelle attività che subiranno questa ulteriore stretta”.
Poi, la titolare del ministero della PA parla della decisione di accelerare sul lavoro agile. “Sul fronte della Pubblica amministrazione – scrive -, l’impianto delle nostre norme consente alle amministrazioni di espandere lo smart working oltre il 50% del personale impiegato nelle attività eseguibili in modalità agile, in rapporto alla natura delle funzioni e alle proprie capacità organizzative e tecnologiche”.
Sui concorsi, la parola d’ordine è continuare. “Un segnale di fiducia – scrive Dadone – proviamo a darlo sul fronte dei nuovi concorsi e del reclutamento che così tanto serve alla Pa: le misure che abbiamo già da mesi approvato consentono di svolgere le prove in maniera decentrata e con tutele adeguate a garantire, allo stato attuale, la sicurezza sanitaria. È un momento delicato per tutti noi ma – conclude – restando uniti ce la faremo”.
Di tutt’altro parere, per quel che riguarda i concorsi pubblici, si dice il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura. Ad iniziare dalla selezione riservata ai 32 mila docenti della secondaria: il leghista punta il dito sul Cts.
“Nel validare il concorso per i docenti – dice Pittoni -, il Comitato Tecnico Scientifico ha considerato gli spostamenti anche di centinaia di chilometri ai quali sono costretti molti degli oltre 60mila candidati? Così non fosse, visto che la versione definitiva del nuovo Dpcm conferma il proseguimento della procedura sulla scuola, il CTS si assume una grave responsabilità”.
Sempre secondo Pittoni, “il fatto che la selezione sia in corso, da solo non può giustificare che si metta a rischio la salute di tante persone per un’operazione che non avrà effetti sull’attuale anno scolastico e poteva tranquillamente essere sostituita da assunzioni dirette. In contraddizione, tra l’altro, con l’appello del ministro della Salute a non uscire da casa se non per assoluta necessità”.
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