I casi di positività al Covid-19 continuano salire: nelle ultime ventiquattr’ore si contano altri 31.758 nuovi positivi, oltre 700 in più del giorno prima, con i deceduti che schizzano purtroppo a 297. In questa preoccupante situazione, con le scenario 4 dell’epidemia che incombe sull’Italia, cresce il rischio di un lockdown anche se non generalizzato. Pure la scuola sarebbe coinvolta, con la didattica distanza che potrebbe riguardare anche la secondaria di primo grado, come ammesso dal premier Giuseppe Conte. Questa eventualità non sarebbe bene accetta, però, da molti: a protestare sono soprattutto i genitori.
È accaduto in Campania, a dispetto dei casi di Covid-19 in costante aumento: 3.669 dell’ultimo giorno rispetto ai 3.186 delle ventiquattr’ore prima. Le strutture sanitarie della Regione risultano sotto stress.
Sebbene si stia cercando di garantire la necessaria assistenza nelle terapie intensive con l’obiettivo di prepararsi ad un eventuale peggioramento del quadro, molti genitori continuano a protestare contro la decisione del governatore Vincenzo De Luca di chiudere tutti i cicli scolastici. Non accettano, soprattutto, che sia stata confermata la DaD anche alla primaria: una decisione che trova d’accordo pure la ministra Lucia Azzolina, che nei giorni ha ricordato che le madri degli alunni devono andare al lavoro e possono lasciare i figli a scuola perché luoghi sicuri.
Tra le manifestazioni di protesta svolte davanti la Regione Campania il 31 ottobre, c’è stata anche quella delle madri – anche con bambini che indossavano maschere di Halloween – scese in piazza per lamentare lo stop degli alunni a scuola.
Torna anche a farsi sentire il Comitato “Priorità alla Scuola”, il quale si schiera apertamente con la ministra Lucia Azzolina: “pur consapevole della necessità di abbattere la curva dei contagi – scrive il Comitato, composto anche da un folto gruppo di genitori – deplora i provvedimenti che le Regioni stanno adottando, in ordine sparso, in merito alla chiusura e alla riduzione dei servizi educativi e delle scuole”.
Il Comitato respinge anche “ogni ipotesi di chiusura delle scuole, ritenendo per di più infondata l’ipotesi che si tratti di una misura in grado di contenere i contagi” e chiede di seguire l’esempio della Germania: si chiuda il necessario “per limitare i contatti del 75%” ma siano mantenuti aperti gli asili e le scuole”.
“Chiudere le scuole – continuano dal Comitato – dimostrerebbe l’enorme spreco economico delle risorse pubbliche assegnate. Nelle scuole si applicano i protocolli sanitari più stringenti. Francia e Germania hanno decretato “lockdown leggeri” che prevedono al primo punto di mantenere le scuole aperte. Ugualmente accade anche in Irlanda (dove il lockdown non è leggero, ma totale), in Belgio e in molti altri Paesi membri dell’Unione Europea”.
“Questa volta – scrive – è necessario mantenere aperti solo i negozi di alimentari, le farmacie e le scuole: ne va del futuro di questo Paese! Consapevole che si tratta di una decisione esclusivamente politica, il Comitato invita tutte le forze del Governo a cooperare con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina affinché sia garantito in tutto il territorio nazionale un servizio essenziale come la scuola e il diritto allo studio, come previsto dalla nostra Costituzione”.
“Nel caso in cui la decisione politica sarà diversa – si legge ancora nel comunicato – il Comitato Priorità alla Scuola è pronto ad organizzare in tutta Italia azioni per impedire la chiusura delle scuole. Tutti gli studi confermano quello che è stato sotto gli occhi del Paese la scorsa primavera: gli enormi danni derivanti dall’interruzione della scuola in presenza e della didattica a distanza”.
Secondo “Priorità alla Scuola”, con la chiusura “il diritto all’istruzione è stato subordinato ad altri interessi per sei mesi, i bambini e i ragazzi italiani hanno già pagato un prezzo enorme per questo: non è accettabile che ciò accada di nuovo. È necessario potenziare gli altri servizi pubblici, in primis la sanità e i trasporti, non chiudere le scuole. Gli investimenti per le riaperture delle scuole sono stati considerevoli, ma non sufficienti”.
Intanto, dopo il via libera del Tar della Campania alla decisione della Regione di stoppare la didattica nelle scuole, arriva un via libera analogo del Tribunale amministrativo regionale della Puglia, che ha rigettato l’istanza cautelare di sospensione dell’ordinanza della stessa Regione pugliese sulla chiusura delle scuole, causa Covid, presentata dai genitori di tre alunni di due scuola primaria.
Nel provvedimento a firma del presidente Orazio Ciliberti si riportano stralci dell’istanza, che sostiene come la chiusura prevista nell’ordinanza “potrebbe generare ingenti danni psico-fisici ai minori oltre che economici ai genitori degli stessi, i quali si trovano nella impossibilità assoluta di contemperare le proprie attività lavorative con l’assistenza familiare nei confronti dei figli minori”.
Secondo il Tar pugliese, tuttavia, “il danno economico è risarcibile, mentre il danno psico-fisico ai minori privati della didattica in presenza non è comprovato”.
Per questo, la richiesta di sospendere l’ordinanza è stata rigettata: la questione sarà approfondita nel merito all’udienza del 3 dicembre prossimo.
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