Dati numerici sui contagiati e quarantene tra gli alunni mai fatti pervenire, dirigenti scolastici e referenti Covid impegnanti senza soluzione di continuità, nessun apporto alle scuole da parte delle Aziende sanitarie locali, gestione farraginosa dei casi Covid, inefficacia della didattica mista: è la lunga lista dei problemi emersi col ritorno scuola in presenza dopo le festività natalizie. Ad elencarli, dopo le testimonianze alla Tecnica della Scuola delle dirigenti scolastiche Laura Biancato e Sandra Fornai, è Antonello Giannelli, presidente nazionale di Anp.
Il numero uno del primo sindacato dei presidi ha tenuto a far sapere di essere soddisfatto delle parole del ministro Patrizio Bianchi che in merito alla riapertura delle scuola ha parlato di “catastrofe evitata“. Tuttavia, Giannelli ha aggiunto che “lo saremmo ancora di più se i dati del recente monitoraggio ministeriale riguardante i contagi e le quarantene di alunni e personale relativi al periodo dal 20 dicembre all’8 gennaio fossero stati resi noti”.
Per questo, ha chiesto “la pubblicazione delle statistiche desumibili dalla nuova rilevazione in scadenza domani 18 gennaio”.
Poi, Giannelli ha detto che se la “catastrofe è stata sino ad oggi evitata lo si deve al lavoro immane dei dirigenti scolastici, dei loro staff, dei referenti Covid, dei collaboratori scolastici e del personale di segreteria”.
Come già detto da alcuni ds, quello passato “è stato l’ennesimo fine settimana che ha visto molti colleghi impegnati, senza soluzione di continuità, nel processare le richieste di tracciamento, nel predisporre le comunicazioni per le famiglie e per gli studenti, nel definire le disposizioni per il personale”.
Giannelli ricorda anche che “il tracciamento, in particolare, ha un carattere sanitario del tutto estraneo alla dirigenza delle scuole e deriva dalla clamorosa latitanza delle ASL e dalla loro inaccettabile propensione a delegare ai colleghi i relativi adempimenti”.
Dopo avere ricordato le “tante le criticità rilevabili nel conteggio dei casi positivi all’interno del gruppo-sezione-classe”, Giannelli si è soffermato sulle difficoltà che “si manifestano nelle operazioni di rientro in classe degli alunni della scuola primaria previa effettuazione del tampone T0, nelle raccomandazioni relative al distanziamento a mensa, ragionevole ma non applicabile, nella difficoltà pratica di verificare la tempistica della vaccinazione degli studenti delle scuole secondarie. Tutto questo provoca evidenti interferenze con l’attività didattica“.
In conclusione, il leader dell’Anp ritiene che “le attuali misure di gestione dei casi di positività sono farraginose, difficilmente applicabili e generano iniquità, al punto che lo stesso Ministro Bianchi ha ribadito la necessità di rivederle e migliorarle”.
Come pure “l’efficacia della didattica “mista” nelle scuole secondarie, svolta parte in presenza e parte a distanza con una composizione che varia quotidianamente, è molto discutibile perché – ha concluso il presidente Anp – presenta problemi di natura metodologica che rischiano di pregiudicarne la validità, specie per le categorie più fragili”.
Nella stessa giornata, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha incontrato a Rieti i dirigenti scolastici del territorio.
Giunto nel capoluogo laziale per partecipare alla presentazione di un progetto di orientamento scolastico organizzato dalla Regione Lazio, in collaborazione con Ibm, Bianchi ha voluto fermarsi per confrontarsi con i responsabili degli Istituti scolastici, chiedendo loro un quadro sulla ripresa.
Il ministro ha detto che “se siamo ripartiti è grazie allo sforzo e alla collaborazione di tutte le componenti della scuola: i dirigenti, il personale scolastico tutto, i docenti, gli studenti, le famiglie, il Ministero con le sue componenti centrali e territoriali”.
Il titolare del Mi, quindi, dopo aver ringraziato i presidi “per il lavoro che stanno “facendo da mesi e anche per questo rientro”, ha detto che di volere ascoltare i capi d’istituto (gli stessi che però ad inizio gennaio non ha voluto seguire benchè in 2.400 gli avessero chiesto di rimandare di due settimane il rientro in classe per i troppi casi Covid): il fine, ha sottolineato Bianchi, è “capire insieme quali sono le principali criticità emerse alla riapertura e semplificare, se necessario, le procedure“.
Spazio, quindi, a possibili modifiche in itinere del complesso quadro procedurale da attuare come risposta ai casi Covid. Anche perché, nel frattempo, in alcuni territori i contagi nelle scuole non sono proprio ancora sotto controllo.
Ad esempio, l’Asl Napoli 1 ha fatto sapere che sono 145 gli studenti ammalati di Covid nelle scuole del capoluogo campano dal 10 al 16 gennaio: quelle che hanno fatto registrare il dato più alto sono state le scuole primarie, con 53 bambini ammalati in questa settimana. Meno contagiati, invece, nelle scuole materne con 26 che hanno preso il covid.
Inoltre, stati posti in quarantena in questa settimana 570 studenti di cui 240 e 263 rispettivamente di materna e primaria. Sono in totale 64 i contatti familiari posti in quarantena. (ANSA).
Meno casi in Puglia, dove secondo l’Anp al 15 gennaio risultava assente e non ancora sostituito il 4,2% dei docenti e il 6,3% del personale non docente; nella scuola dell’infanzia è stata sospesa per 10 giorni l’attività nel 10,7% delle sezioni.
Negli altri ordini di scuola della Puglia (primarie, medie e superiori) il 14% sul totale delle classi risulta invece in dad (intera classe collegata da casa) oppure in ddi (con un gruppo di alunni collegato da casa e il resto in presenza a scuola).
Nell’11% delle scuole pugliesi, inoltre, risulta avviata un’attività di vaccinazione in loco per gli alunni.
Conferma la tendenza nazionale, invece la Toscana, dove si dimezzano i contagi giornalieri così come i tamponi effettuati, ma non cala anzi sale il tasso dei nuovi positivi e i ricoveri fanno un balzo in avanti, superando quota 1.400. Secondo i dati diffusi il 17 gennaio dalla Regione, i casi nelle ultime 24 ore sono stati 5.626 su 31.774 test e un tasso dei nuovi positivi del 17,71%. Nel precedente report i contagi erano 10.287 su 64.007 test, con un’incidenza di nuovi positivi del 16,07%. Aumentano di 73 i ricoveri, che arrivano così a 1.441: di questo 138 in terapia intensiva, 11 in più rispetto a ieri.
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