La scuola va tenuta aperta in tutte le regioni. A ribadirlo è stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenendo domenica 15 novembre agli Stati generali del M5S, nel giorno in cui si sono registrati quasi 34 mila nuovi contagiati e 550 decessi dovuti al Coronavirus.
“La lotta per evitare le diseguaglianze non può essere barattata e tenere aperte le scuole significa anche questo”, ha detto la titolare del MI.
Secondo la ministra “grazie alla scuola alcuni studenti vengono sottratti alla strada e alla criminalità. Sulle scuole non può esserci regionalismo, tanto meno delle diseguaglianze”.
Lucia Azzolina, dunque, conferma la linea sulla necessità di mantenere la didattica in presenza per la scuola dell’infanzia, primaria e media.
A meno che non vi siano cause di forza maggiore, quindi imposizioni di carattere sanitario dovute al numero eccessivo di contagi e ricoveri dovuti al Coronavirus, la titolare del ministero di Viale Trastevere continua mantenere il punto contro i governatori, come Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, che decidono di procedere con la DaD per tutti i cicli scolastici dopo la fascia fino a 6 anni.
La diatriba in atto, che sta prendendo le sembianze di un vero e proprio scontro tra Stato e Regioni, non caso si sta nel frattempo sempre più tramutando in una battaglia legale, con l’avvocatura di Stato posizionatasi a fianco dei genitori che chiedono a gran voce di tenere in vita la didattica in presenza.
Il problema è sentito. A punto che il conflitto Stato-Regioni proprio in questi giorni ha fatto riemergere l’esigenza di andare a rivedere il Titolo V della Costituzione, con lo stesso Movimento 5 Stelle che ha ribadito (pure nel corso degli Stati generali svolti in questo week end) di essere favorevole ad aprire un dibattito sulle modifiche costituzionali.
Nel corso dell’intervento tenuto agli Stati generali dei grillini, Azzolina si è poi detta amareggiata, come già scritto in un altro nostro articolo, perché “il nostro paese non è mai stato per i giovani, spesso bistrattati: i giovani – ha sottolineato – devono essere messi al centro dell’agenda culturale, devono diventare protagonisti, senza dover fuggire all’estero”.
Ecco perché, ha detto ancora Azzolina, “serve un serio progetto culturale”, perchè “amici miei, senza il coraggio la politica rischia di schiantarsi”.
La ministra ha concluso chiedendo di rafforzare una “identità che guardi al futuro, ai prossimi 10 anni”.
Una identità che poggia, quindi, verso anche una maggiore compattezza d’intenti: l’autonomia, sembra ancora volere dire la ministra, non può prevalere sul diritto allo studio.
E’ possibile rivedere l’intervento in diretta della ministra Lucia Azzolina nel corso della giornata conclusiva degli Stati generali del M5S
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