Il ritorno scuola dopo Pasqua, quasi totale fino alla prima media, non ha prodotto il temuto aumento dei contagi: a dichiararlo è stato Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico.
Durante la puntata del 28 aprile di “Un giorno da pecora” su Rai Radio1, l’immunologo ha spiegato il resoconto sui contagi delle ultime tre settimane nelle scuole è confortante.
“Eravamo molto impauriti quando il 6 aprile il governo ha deciso di riaprire le scuole per i bambini fino a 11 anni, fino alla prima media. Ormai sono passate tre settimane e c’è un piccolissimo aumento di infezioni nei bambini da 8 a 11 anni che però sono irrilevanti dal punto di vista clinico”, ha dichiarato Abrignani.
L’immunologo ha aggiunto che negli istituti scolastici “non ci sono focolai, se non occasionali in qualche scuola, insomma non c’è stato a livello nazionale un aumento dei contagi tra i 5 e gli 11 anni”.
Guardando all’estate, Abrignani si è detto ottimista. “Se tutti facciamo la nostra parte, non torneremo rossi, perchè per tornare indietro ci vorrebbe una catastrofe, come per esempio i vaccini che non arrivano. Se tutto andrà bene, a giugno arriveremo a 20-30 morti al giorno, perchè a quel punto potrebbe esserci uno scenario che solitamente vediamo come effetto dell’influenza”.
Ha però anche specificato che “a maggio gli unici luoghi dove si sta a contatto senza mascherina sono il bar e il ristorante, ma all’aperto”.
“Vaccinando in un mese e mezzo le persone oltre i 60 anni, di cui già fatti 5 milioni, ne mancano altri 12 milioni e ci arriveremo tra il 25 e il 30 maggio, raggiungendo l’80-90% degli ultra sessantenni. Il 10% non si fa vaccinare, quindi arriviamo a 17 milioni”, ha concluso.
Le parole del docente dell’Università Statale di Milano sono state commentate da Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera: quanto ha detto su Rai Radio1 sulle scuole “ci incoraggia: la scienza testimonia che dalla riapertura degli istituti a oggi non si è verificato alcun aumento dei casi di contagio”, ha fatto sapere il renziano.
“Questo fatto – ha continuato Toccafondi – insegna che è possibile fare didattica in presenza con distanziamenti e dispositivi di sicurezza. La scuola, d’altronde, deve necessariamente essere in presenza e bene ha fatto dunque il governo Draghi a riaprirla”.
Toccafondi ha però anche ricordato che “adesso servono test rapidi, compresi quelli salivari, trasporto pubblico funzionante e il completamento della campagna vaccinale ad insegnanti per poter scongiurare ogni rischio di nuove chiusure”.
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