Il Covid colpisce meno persone. Lo dicono i dati ufficiali, il tasso di incidenza” e la riduzione, seppure minima, del tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva. Sono parole confortanti quelli di Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute: lo stesso Rezza, però, dice che non bisogna abbassare la guardia.
Qualche avvisaglia già c’è stata, con qualche centinaio di classi in quarantena. Sempre il professor Rezza ha spiegato che “non è che necessariamente ci si infetta nelle classi”, ma è che” con il ritorno sui banchi “si mette in moto anche tutta una serie di attività, tutto un meccanismo”, perché avremo un “aumento della mobilità” e di maggiori “possibilità di aggregazione” anche in spazi chiusi.
“La situazione è simile a quella dell’anno scorso – ha aggiunto Rezza – ma quest’anno abbiamo due variabili in più, una positiva e l’altra no. Quest’ultima è la variante Delta” di Sars-CoV-2, “molto più trasmissibile e per questo bisogna continuare a mantenere delle precauzioni. Nonostante ci sia l’altra variabile, positiva, che è quella dei vaccini”.
La campagna, ha sottolineato Rezza, “è andata molto bene con coperture elevatissime nelle fasce d’età più avanzate, e anche fra i giovani c’è una buona accettazione del vaccino” e i genitori devono continuare a spingere “i giovani a vaccinarsi. Parlo dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni. Siamo comunque fra i Paesi che hanno vaccinato di più e meglio”, come ha evidenziato “anche Tony Fauci”, il super esperto Usa.
Il direttore generale Prevenzione ha infine confermato che i vaccini “non possono proteggere al 100% dal contagio, ma una in percentuale ampia dei casi sono in grado di prevenire l’infezione. E soprattutto stanno dimostrando un’ottima capacità di proteggere dalla malattia grave”.
Dopo una settimana dalla ripresa delle lezioni, quindi, il pericolo quarantene è più di un’impressione.
Secondo Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts ed ex consulente del ministro dell’Istruzione, nelle scuole si poteva fare di più: in un’intervista a ‘Qn’, Miozzo dice che “parliamo di 10 milioni di persone che si muovono quotidianamente in un contesto che non ha risolto molti dei suoi antichi problemi” spiega.
Miozzo punta il dito sul trasporto pubblico: “è rimasto pressoché tale e quale; ci sono ancora troppe classi numerose e s’è fatto ben poco per risolvere il problema dell’aerazione delle aule“.
Poi, c’è da dire che le condizioni climatiche “nelle prossime settimane peggioreranno. Smetteremo di vivere all’aria aperta. Fattori che facilitano la circolazione del virus. Inoltre arriverà la stagione influenzale”.
E siccome ” ci sono almeno 9 milioni di italiani che non si sono vaccinati contro il Covid”, va detto che “il Green pass esteso è più che giustificato”.
Certo, continua Miozzo, “con l’80% dei vaccinati non mi aspetto i numeri dell’anno scorso. L’importante sarà non ripetere gli errori, soprattutto a livello di comunicazione, che sono stati commessi in passato”.
All’ex coordinatore del Cts, l’obbligo vaccinale sarebbe stato gradito. Poi, però, c’è la realtà: “mi rendo conto che forzare 9 milioni di italiani a vaccinarsi avrebbe potuto generare uno Stato di polizia. Dal punto di vista politico il Green pass ha un’efficacia immediata, senza andare a turbare gli equilibri del Paese”.
Anche il Comitato priorità alla scuola, in piazza lunedì 20, chiede “l’abrogazione della norma che consente la formazione di classi-pollaio”, perché “sono bastati pochi giorni di scuola – aggiunge – per constatare che la Dad è entrata nelle attività disciplinari senza alcun preavviso alle scuole superiori: nonostante i proclami del Ministro Bianchi che la Dad sarebbe rimasta solo come misura eccezionale per quarantene di singoli e focolai, in realtà da Nord a Sud lo strumento eccezionale è diventato strutturale”.
Infine, “non accettiamo lo scempio di Regioni e Comuni che tengono chiuse le scuole secondo il proprio variabile arbitrio”, ha concluso il Comitato.
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