Frenare l’incremento continuo di contagi da Covid agendo sulle scuole, in particolare introducendo didattica distanza nelle superiori e lo scaglionamento degli orari di ingresso e uscita: a ribadirlo sono le Regioni che non vogliono perdere tempo, perché l’innalzamento dei nuovi casi di positività al virus (quasi 11 mila nelle ultime 24 ore) necessita di interventi immediati.
I governatori hanno confermato la loro linea nel corso del vertice svolto sabato 17 ottobre. E subito dopo hanno chiesto un incontro immediato, già domenica 18, con la ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Le lezioni a distanza andrebbero attuate, secondo i presidenti delle Regioni almeno per il quarto e quinto anno delle scuole superiori in questa fase dell’emergenza.
Ma c’è anche chi sembra volere seguire l’esempio della Campania, che ha deciso di sospendere le lezioni fino al 30 ottobre (tranne nidi e scuole dell’Infanzia).
L’Umbria ha chiesto un periodo sperimentale di stop delle lezioni per due settimane. “Il nostro obiettivo è mantenere le scuole aperte: in queste ore, di concerto con la Regione, sono al vaglio alcune soluzioni tese a dare continuità alle lezioni”, ha detto all’Ansa la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Antonella Iunti, in merito all’ipotesi di chiusura per 15 giorni degli istituti Superiori, assicurando comunque la didattica attraverso collegamenti delle classi con i docenti in modalità sincrona o asincrona.
“Se il problema dei contagi nasce nelle fasi pre e post lezioni – ha spiegato la dirigente – dobbiamo lavorare tutti in sinergia per migliorare questo aspetto organizzativo”.
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